Loris Petrillo ha presentato al pubblico del Cajka, Teatro d'Avanguardia Popolare di Modena, le coreografie che ha pensato per Opus Ballet: Bolero e Gaîté Parisienne. Questi due classici del repertorio del XX secolo, riproposti in versione contemporanea e completamente maschile, sono stati immersi in una dimensione atemporale e inseriti in un intreccio che da tutte le epoche attinge e a nessuna assomiglia, nel tentativo riuscito di ricreare il caos contemporaneo. In questa nuova rilettura tutto confluisce, niente è precluso, il coreografo estremizza il suo repertorio coreografico con la sua personale visione che usa la potenza fisica dei danzatori al pari della poetica della musica e dell'espressività del corpo maschile, annullando il confine della sessualità e carnalità del corpo stesso.
Nel Bolero, la possente musica di Ravel accompagna il sarcasmo espresso attraverso la potenza degli otto ballerini (Lorenzo Di Rocco, Giuseppe Iacoi, Gianmarco Martini Zani, Marco Pergallini,Marco Purcaro, Michele Scappa, Gabriele Vernich, Luca Zanni), che richiamano ironicamente la Haka neozelandes, irridendo al vigore tipico maschile. La costanza del ritmo non equivale qui ad una catartica celebrazione, bensì ad un’irridente ironia sul corpo maschile, che non si indebolisce, che non si esaurisce.
Sulla musica di Offenbach, la Gaité Parisienne, Petrillo inscena l’apoteosi della scherno di un cliché, è l’elogio della parodia, dove i personaggi dell'opera originale: la guantaia, il viaggiatore, la fioraia, l'ufficiale, tutti declinati al maschile, sono sagacemente e sarcasticamente stravolti in una chiave di lettura molto amara, ma di quell’amarezza carezzevole alla quale ci ha abituati il coreografo partenopeo. In questa rilettura, l’idea, non esatta ma corrente, dell’epoca vana e vanesia della belle époque viene trasposta in una dimensione temporale in cui “tutti sono la proiezione di ciò che vorrebbero essere, con il supporto di chi fa credere loro di essere qualcosa o qualcuno”. Questo caos, questa falsa e inquietante visione della realtà è ciò che esprime Petrillo in questa coreografia, in modo libero e ironico.
Loris Petrillo, dopo una carriera come danzatore tra Svezia (Göteborgs Operan Ballet), Belgio (Ballet Royale de Wallonie) e Svizzera (Stadttheatre di Berna), tornato in Italia, conferma ad ogni nuova coreografia il suo impegno sociale, politico e culturale, con la sua arte sarcastica e tagliente, ma sempre raffinata e coraggiosa.