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BRAVO CON LE PERSONE (GOOD WITH PEOPLE)

Ottimo debutto per la XII edizione di <i>Trend</i>

Ottimo debutto per la XII edizione di <i>Trend</i>

Good with people è stato scritto nel 2010 per lo show dell'ora di pranzo Play, Pie and Pint all'Oran Mor, un locale - teatro di Glasgow che da diversi anni presenta una programmazione serrata di atti unici.

David Harrower,  autore scozzese apprezzato in patria non solo per le sue commedie originali, ma anche per alcuni adattamenti di grandi drammaturghi del novecento (dal Pirandello di Sei personaggi... a L'anima buona di Sezuan di Brecht) costruisce intorno a un fatto privato un piccolo (per la durata) capolavoro di drammaturgia e, attraverso il più classico dei dialoghi teatrali, ci racconta una storia che si fa esempio della complessità di una società come quella scozzese e al contempo della capacità che il (buon) teatro ha di saper vedere la contemporaneità ponendola problematicamente al vaglio del pubblico.

Sviluppato in cinque scene  Good with People  racconta dell'incontro tra Helen Hughes, la quarantenne receptionist di un hotel di Helensburgh e il ventenne  Evan, tornato nella cittadina da Glasgow per presenziare alle nuove nozze dei suoi genitori riconciliati dopo un divorzio. Evan qualche anno prima aveva partecipato a un'aggressione ai danni del figlio di Helen, un atto di bullismo (Evan e gli altri avevano spogliato il ragazzo completamente nudo) che Helen rinfaccia al giovane.

Il confronto tra aggressore e (madre della) vittima si traduce ben presto in qualcosa di diverso e più complesso.
Prima di tutto un confronto  fra classi sociali.  Evan  è giunto a Helensburgh con la famiglia quando la marina del Regno Unito aprì la base navale di Clyde, che la gente del posto boicottò per timore che le navi a energia nucleare potessero inquinare la zona.
Il figlio di Helen era uno dei ragazzi che isolavano e respingevano i militari nuovi arrivati e le loro famiglie.
Poi un confronto tra vite diverse. Evan è stato come infermiere in Pakistan e mal sopporta la sua famiglia. Il figlio di Helen è appena andato a vivere per conto suo lasciando la donna ad affrontare la crisi del suo matrimonio.
Tra Helen ed Evan nasce loro malgrado un dialogo sincero, onesto, diretto, nel quale uno avverte il fascino e la seduzione dell'altra. Una seduzione se(n)ssuale che costituisce il riconoscimento dei desideri e dell'esistenza di entrambi: il giovane già autonomo alla sua giovane età, la donna ingessata nel ruolo borghese di madre e moglie che ammette di essere attratta dalla libertà che il ragazzo rappresenta per lei.

Come in un quadro  Harrower con poche pennellate riesce a descrivere una società e a collocare un singolo fatto nel contesto ben più complesso di quanto quella singola vicissitudine (un atto di bullismo) possa lasciare intendere.

Trasportare  questo spaccato di una Nazione con i sui precisi riferimenti storici e culturali sulla scena italiana non è un compito facile.
Tiziano Panici, che firma la regia oltre a interpretare Evan, ci riusce in pieno.

Panici fa sedimentare l'aspetto storico e contingente, pur così importante per comprendere le implicazioni cui l'atto unico rimanda, non accessibile alla platea italiana, e si concentra sul rapporto tra i due personaggi.

Grazie a una recitazione poco naturalistica anche se attenta alle psicologie dei personaggi, Panici non appiattisce i due personaggi sul biografiamo ma sottolinea l'oltre cui ogni loro dialogo rimanda.

Come regista e interprete Panici ha il grande merito di non imporsi sulla scena riuscendo a reggere il confronto con una interprete con più esperienza di lui come Vanessa Scaleri.

A contribuire alla recitazione non naturalistica Panici pone dei sipari,  musicali e visivi, che si alternano alle varie scene con un effetto straniante.

Sulla scenografia essenziale una struttura che accenna alla reception dell'hotel e all'ingresso del medesimo tutta nera,  vengono videoproiettate delle immagini, grafiche e astratte (tranne alcuni accenni all'acqua visto che l'hotel si chiama Vista sul mare), che si disperdono là dove la scena è nera e prendono forma nei  punti in cui alcune strisce bianche riflettenti, opportunamente posizionate, rendono le immagini visibili, mentre una musica emotiva ne sostiene il ritmo.Una struttura elegante,  che forse andava usata con più parsimonia, soprattutto all'inizio,  anche se capiamo la tentazione registica, una volta allestita tale scena, di usarla.

Unico appunto il mix che interrompe le musiche in maniera brusca e improvvisa (uno sfumato discreto sarebbe stato apprezzato di più).

Good with people  è un ottimo debutto per la dodicesima edizione di Trend nuove frontiere della scena britannica che si conferma una delle rassegne più prestigiose della Capitale.

Visto il 02-04-2013
al Belli di Roma (RM)