La scenografia classica, di quelle dal “sapore” inconfondibilmente scarpettiano. Lo stile di Rosario Ferro, brillante quanto sobrio. Un Felice Sciosciammocca esilarante e al contempo elegante, a rappresentare un mondo lontano nel tempo, ma che inevitabilmente rivive nella sua schiacciante attualità attraverso i due protagonisti principali: ecco Cafè Chantant. La performance è di quelle che regalano leggerezza e attenzione per il dettaglio. Sì perché la regia è ben calibrata: tempi comici giusti, battute ben assestate coinvolgono il pubblico, che ride di cuore pronto a cogliere lo spirito della brillante full immersion. Un omaggio alla tradizione unito alla voglia di innovazione, regalando nuova linfa, dunque, per un genere teatrale ritenuto appartenente al passato, che qui si fonde con le luci del varietà, in un mix vincente, dalla forza dirompente che culmina nel terzo atto, quando è il brio dell’avanspettacolo a farla da padrone, con la sua verve frizzante, che genera risate e divertimento riportando piacevolmente indietro al tempo delle piume di struzzo, dei balletti e degli ammiccanti con innocui doppi sensi. In scena, con Ferro, instancabile capocomico, una briosa ed indovinata compagnia che contribuisce con generosità al divertito succcesso dello spettacolo, e che degnamente Ferro ha deciso di ribattezzarla alla mai abbastanza compianta Bianca Sollazzo, regina della risata "made in Naples", sua grande amica e compagna di scena indimenticabile, che ci ha lasciati poche settimane fa.
Prosa
CAFè CHANTANT
Il 'Cafè Chantant' di Ferro diverte con stile
Visto il
19-11-2011
al
Bracco
di Napoli
(NA)