Classica
CAN CAN

QUANDO L'OSCENITÀ È NEGLI OCCHI DI CHI GUARDA

QUANDO L'OSCENITÀ È NEGLI OCCHI DI CHI GUARDA

Cole Porter, famoso nel mondo non solo per la sua proverbiale eccentricità e l'amore per il lusso stravagante, ma  anche, e soprattutto, per essere un sofisticato compositore di musica jazz, fu, fin dal 1928 con l'uscita di Paris, uno degli autori di musical più acclamati di tutta Broadway.
L'originale di Can Can, di cui egli curò musiche e testi, restò in scena negli Stati Uniti al Shubert Theatre dal 1953 al 1955; da esso furono tratti sia una produzione per il West end, che fu pure un successo, sia un film del 1960 con Shirley MacLaine e Frank Sinatra.

La vicenda è ambientata a Parigi nel 1893: a Montmartre nella sala da ballo di proprietà di madame Pistache, nonostante divieti e proibizioni, vengono eseguiti spettacoli di can can, la nuova danza che spopola fra i Parigini, tacciata però dai più di indecenza e immoralità. Inizialmente la vita al Café du Paradis procede tranquilla, grazie anche alla protezione del giudice Paul Barriere il quale frequenta regolarmente il locale all'insaputa della moglie, donna di ferro e presidentessa di un club che si propone la moralizzazione della Francia. La situazione prende una piega diversa all'arrivo del nuovo giudice Aristide Forestier, integerrimo tutore della legge che, una volta raccolte prove de visu, fa chiudere il locale di Madame Pistache e fa incarcerare proprietaria e ballerine. L'intransigente magistrato non ha tuttavia fatto i conti con i sentimenti: egli, infatti, si innamorerà proprio di Madame Pistache e, a seguito di una serie di equivoci che porteranno pure lui in carcere, arriverà finalmente ad ammettere che “l'oscenità è negli occhi di chi guarda” e a contribuire alla legalizzazione del nuovo ballo.

L'allestimento proposto da Corrado Abbati è colorato e divertente: essenziali le scene di Stefano Maccarini, vivaci i costumi di Artemio Cabassi, semplici ma adeguate le coreografie di Giada Bardelli. Generalmente più che discreta la vocalità dei protagonisti: qualche leggero problema di intonazione qua e là è parso trascurabile e non ha certo inficiato la riuscita dello spettacolo. Su tutti, come sempre, domina la personalità di Corrado Abbati, qui nella parte del giudice Paul Barriere, che con il suo brio e la sua verve sfodera una serie di argute battute capaci di scatenare le risate di un pubblico a lui affezionato e sempre estremamente partecipe e divertito.
Teatro quasi esaurito, scrosci di applausi a scena aperta e al termine dello spettacolo.

Visto il 01-01-2012
al Ponchielli di Cremona (CR)