Prosa
CANTA O SPARO!

Il prodigio della canzone partenopea

Il prodigio della canzone partenopea

Il sipario si apre e lo spettatore si ritrova catapultato nella bandiera americana! Fasce e stelle troneggiano nella casa, rigorosamente bianca rossa e blu, dell’italoamericano-napoletano Mr. Pitt. Gangster ‘in pensione’, rassegnato alla sua triste esistenza da infermo, costretto su una sedia a rotelle, è accudito nella sua casa bunker da un maggiordomo-assistente tuttofare, il devoto Gedeon. Quand’ecco entrare nella vita piatta e senza speranze dell’ex malavitoso la prorompente Felicella, infermiera partenopea assoldata in realtà per le sue doti canore: la teoria di Pitt è che le canzoni della propria terra, e le emozioni che esse evocano, possano alleviare le sofferenze e migliorare addirittura il proprio stato di salute. Così Felicella, juke-box vivente, dispensa a suon di dollaroni note e farmaci, vincendo anche la paura dei continui e fulminei scontri a fuoco, che infermo e maggiordomo affrontano contro ignoti nemici sbucati da un turbolento passato. La terapia canora pare funzionare e il quadro clinico migliora, tanto che il vietatissimo salame napoletano (veleno per il malato) diviene ostia che consacra il miracolo della canzone partenopea, medicamento ormai irrinunciabile per il povero Pitt, tanto da indurlo a minacciare Felicella: “Canta o sparo!”
Un testo singolare per Santanelli, penna prolifica e geniale del nostro teatro, una drammaturgia che sembra volutamente frammentata, di cui sono protagonisti tre personaggi che parlano linguaggi diversi: il maggiordomo il francese, il gangster il dialetto ‘napol-americano’, mentre l’infermiera utilizza i versi delle canzoni, in un succedersi continuo di citazioni. Ed è proprio il miracolo delle canzoni, con il loro linguaggio emozionale ed universale, che permette ai tre di comunicare. In scena due riconosciuti ed acclamati talenti del nostro teatro: Antonella Morea e Roberto Azzurro. La Morea, the voice, musa ispiratrice dello spettacolo, dà prova delle sue indiscusse doti recitative e canore, dando voce (e che voce!) a melodie che spaziano in lungo e in largo nel vasto repertorio partenopeo, toccandone tutte le corde. Roberto Azzurro è raffinato ed insolito interprete del personaggio di Pitt, gangster sofferente nel suo candido ed elegante abbigliamento, di cui il poliedrico attore dipinge con maestria il ritratto crudo e melanconico, cinico e appassionato. Ad affiancarli il bravo Yacoubou Ibrahim, serioso ed irridente Gedeon. L’abile regia di Fabio Cocifoglia compone i frammenti di questa storia, insolita e un po’ folle, come tessere di un puzzle, riuscendo a mettere in scena, con misura e grande abilità, una vera e propria “altalena di emozioni” che, come sostiene lo stesso Santanelli, “si fa carico di esemplare alti e bassi del nostro quotidiano ‘bene o male’ di vivere.” Degni di nota i singolari ed indovinati arrangiamenti musicali di Paolo Coletta: vengono riproposti adattamenti che sembrano usciti dal pc di un adolescente, ovviamente filtrati dalla sapienza di un musicista doc. Geniale la scenografia tricolore (in bianco, rosso e blù) realizzata da Flaviano Barbarisi, che va a braccetto con gli eccentrici costumi, anch’essi a tre tinte, di Alessandra Gaudioso.

Visto il 12-01-2013
al Piccolo Bellini di Napoli (NA)