Ispirato dalla lettura del romanzo di Matteo Strukul, Giacomo Casanova - la sonata dei cuori infranti, Red Canzian ha ideato, composto e prodotto Casanova Opera Pop, il suo personalissimo omaggio a Venezia; sua è anche la voce del prologo, nella quale presenta al pubblico la Serenissima del 1755 come un luogo dove “la vita sorride di giorno e s’infiamma di notte”.
Un allestimento corale e immersivo
Già dal primo ingresso in scena dei gondolieri, lo spettacolo si caratterizza per una marcata componente corale, utilizzando al massimo le potenzialità di un ensemble di 10 ballerini acrobati fortemente motivati (peccato, pero, per i cori registrati). La “coralità” dell’allestimento si nota sia nell’impronta registica di Emanuele Gamba, ma soprattutto nel senso di gruppo e nella disinvolta vitalità delle coreografie, curate da Roberto Carrozzino e Martina Nadalini.
L’allestimento, decisamente immersivo, è stato realizzato attraverso la proiezione ad alta definizione di fotografie scattate nella Venezia deserta della pandemia, che riproducono con luminoso realismo le ambientazioni settecentesche, tra le calli, i palazzi della nobiltà, la laguna e la prigione dei piombi.
Tuttavia, la spettacolarità grafica e gli oltre 30 cambi di scena non distraggono lo sguardo dalla parte fissa della scenografia, che sembra “incorniciare” il palcoscenico in una cornice a tratti forzata, nella quale spesso personaggi e oggetti di scena sembrano stare un passo indietro rispetto alle proiezioni.
Casanova e i suoi amori, tra intrighi e patriottismo
Lo spettacolo racconta uno spaccato di vita di Giacomo Casanova, intorno ai 35 anni, quando, al rientro dall'esilio a Vienna, nel 1755, la sua fama di avventuriero e seduttore induce i notabili della Serenissima a servirsi di lui come spia contro gli austriaci.
Gian Marco Schiaretti è totalmente calzante nel ruolo del seduttore per antonomasia, non solo fisicamente, ma soprattutto sul piano emotivo; incarna alla perfezione il conflitto interiore tra il Casanova libertino e impenitente e quello che si innamora alla follia, nonostante la capacità di sedurre, con un piccolo gesto, tra fugaci sguardi e intensi silenzi. E inoltre dimostra un forte e radicato senso di patriottismo.
Angelica Cinquantini, nel ruolo di Francesca Erizzo, che inaspettatamente fa breccia nel cuore di Casanova, si rivela una piacevole sorpresa nel canto e convincente nella recitazione, che risente tuttavia ancora di influenze stilistiche di stampo televisivo.
Un’opera “all’italiana”
Oltre ai due personaggi principali, l’intero cast si dimostra vocalmente all’altezza. Un'intensità particolarmente notevole la si riscontra nelle interpretazioni di Alice Grasso (Gretchen) e Rosita Denti (Rosa).
Si distingue anche sul piano della recitazione la diabolica coppia di antagonisti, formata dall’ Inquisitore (gipeto) e dalla Contessa von Steinberg (Manuela Zanier), supportati dall’infingardo Zago (Roberto Colombo); mentre Jacopo Sarno, nel ruolo del pavido Alvise, purtroppo non sembra (almeno, in questa circostanza) essere messo nelle condizioni più favorevoli per esprimere le proprie potenzialità (soprattutto a livello vocale), già ampiamente dimostrate in precedenti esperienze di teatro musicale.
A livello musicale, Red Canzian è riuscito nell’intento di scrivere un’opera “all’italiana”, con musiche che accompagnano la storia e il percorso, soprattutto emotivo, dei personaggi: il lavoro di Phil Mer sugli arrangiamenti rispecchia lo stile “pop(olare)”, risultando tuttavia spiazzante per l’atmosfera aulica generata da sonorità potenti e maestose.