Per famiglie
CENERENTOLA

La lieta storia di Cenerentola-senzatetto

La lieta storia di Cenerentola-senzatetto

Nonostante le perfidie della matrigna, gelosia delle sorellastre e, soprattutto, il crollo del controsoffitto nel Teatro della Quattordicesima, la Cenerentola della compagnia marionettistica di Gianni e Cosetta Colla è riuscita comunque ad arrivare al ballo allestito al Politeatro di viale Lucania per sposare il suo principe azzurro di nome… Piersilvio.

Per fortuna, gli incendi che distruggono i teatri non sono poi così frequenti, neanche i panelli del controsoffitto crollano in platea tutti i giorni. Tuttavia, la vita insegna che è meglio tenersi pronti. Soprattutto coi tempi che corrono.

Questa volta Cenerentola se l'è vista proprio brutta. Costretti ad abbandonare in fretta e furia la loro sede – pur provvisoria, ma nella coscienza collettiva considerata ormai praticamente fissa – i marionettisti della storica compagnia milanese da un giorno all'altro si sono ritrovati nuovamente "sul marciapiede". Con le repliche dello spettacolo in corso sospese e la nuova produzione messa a repentaglio.

Tuttavia, i marionettisti, gente caparbia e tenace, non si rassegnano così facilmente. L'arte dell'improvvisazione è il loro pane e anche per quel che riguarda l'intraprendenza hanno poco da imparare. Ormai fa parte del loro DNA. Nel giro di poco tempo sono riusciti a trovare una nuova sede - anche se temporanea - e, nonostante tutto, mettere in scena la promessa novità della stagione: Cenerentola.

Secondo le parole della direttrice artistica della compagnia Stefania Mannacio Colla, inizialmente lo spettacolo basato sulla celebre fiaba era concepito un po' diversamente, ma, vista la situazione di forza maggiore e la necessità di adattarsi alla nuova location, le "variazioni in corso d'opera" si sono rivelate inevitabili. Sono state trasgredite persino alcuni "comandamenti" del nonno Gianni.

In primis, quella che i marionettisti non devono mai farsi vedere agli spettatori. Il ponte delle manovre, che per la compagnia rappresenta una linea di confine tra il mondo reale e quello fantastico, questa volta non è stato possibile montarlo e quindi hanno dovuto uscire "allo scoperto". Vestiti sempre di nero, per non dare troppo all'occhio, in questo spettacolo conducono i loro personaggi sotto gli occhi di tutti, svelando sì un po' i segreti del loro mestiere, ma , nel contempo, non privandolo della sua magia. Questo gioco del "c'è e non c'è", "vedo e non vedo" ricorda molto la tradizione dei marionettisti di piazza quando, pur consapevoli che la marionetta non può muoversi da sola, l'arte di colui che la anima ci fa dimenticare completamente dei suoi fili. Questa stregata assimilazione tra le marionette e le loro guide nello spettacolo funziona anche nel senso inverso. In alcuni momenti i marionettisti continuano a recitare le parti delle marionette, ma senza di queste. Tuttavia ciò non sembra infastidire o confondere il pubblico. Il rapido passaggio tra i due mondi viene visto e considerato come una trasformazione magica, una specie di gioco di prestigio.

Come tutti gli spettacoli della compagnia degli ultimi anni, "Cenerentola" porta in sé "una ventata di modernità", è pieno di monellerie, di allegri paralleli con l'attualità e tanta musica (questa volta come colonna sonora sono state scelte le calde melodie swing degli anni 30'). La matrigna e le sorellastre qui se la spassano tra pilates e yoga. Il segretario del re prende in giro Cenerentola (Sara Drago, che pochi mesi fa si è fatta notare come Ofelia in "Amleto" di Lorenzo Loris). L'attempato sovrano (Silvio?) "en passant" chiama il figlio principe Piersilvio (è un peccato che anche la matrigna non chiami mai Cenerentola con il suo vero nome, cioè Silvia). Come sempre, non mancano le divertenti "a parte" di cui il giovanissimo pubblico da sempre rimane estremamente entusiasta.

Una nota particolare meritano sicuramente le marionette. Metà altezza d'uomo hanno l'aspetto di grandi pigotte, goffe e simpatiche (persino le cattive sorellastre). Fanno tenerezza e divertono molto i bambini.

Sicuramente non è una vecchia fiaba alla nuova maniera. La trama del vecchio Perrault viene seguita abbastanza fedelmente. Ameno e ironico, è uno spettacolo che lascia spazio anche ai sogni. Se no, che Cenerentola sarebbe?

Visto il 21-04-2013
al La Creta di Milano (MI)