Il CCN - Ballet de Lorraine è un centro di creazione, produzione, sviluppo della cultura coreografica. Dal 2011, sotto la guida di Petter Jacobsson, è impegnato nello sviluppo e nella sensibilizzazione per l'educazione artistica e culturale e l'esplorazione di nuove prospettive che la coreografia ha da offrire.
Quest'anno la Compagnia propone un programma composto da tre coreografie: Rose Variation, Opal Loop/Cloud Installation #72503 e Sounddance.
La prima è un adattamento di Mathilde Monnier di una coreografia creata nel 2001 per il Balletto Reale Svedese su richiesta di Petter Jacobsson. La scenografia basata su una variante del colore rosa, il pianoforte sul set, i costumi dei ballerini e del pianista pure rosa, sulla musica di Beethoven, Sonata No. 17 per pianoforte intervallata da un lungo momento di silenzio, ventitre ballerini introducono la decostruzione di passi classici con salti o rotazioni, apparenti errori di posizionamento nelle linee, trasformazioni in forme in cerca di equilibrio, cercando di decostruire il virtuosismo. L'impegno dei ballerini è evidente, e questa coreografia, progettata decisamente classica, li vede interpreti di passi in evoluzione più che di una decostruzione convenzionale. E’ solo un tuffo nella poetica della non danza classica. Mathilde Monnier è un punto di riferimento nel panorama della danza contemporanea francese e internazionale, una coreografa che sfida le aspettative presentando lavori in costante rinnovamento. Con questo balletto, le cui immagini più interessanti si riducono a pochi segmenti, lascia perplessi.
Il programma prosegue con Opal Loop/Cloud Installation #72503, del 1980, risultato della collaborazione di Trish Brown e Fujiko Nakaya, creatore di nubi. Con la nebbia come sfondo, questo pezzo misterioso gioca con la percezione e l’ illusione: sculture prodotte attraverso getti d'acqua ad alta pressione, forme in continua evoluzione, si intersecano e confondono per sedici minuti col movimento di quattro ballerini in costumi diversi, che occupano lo spazio creando un’effimera poetica di rara intensità. La danza sembra spontanea, piena di di fluidità, liquida, tuttavia con una struttura ciclica definita. La coreografia torna su se stessa ogni volta che i ballerini tornano al punto di partenza e ripetono la loro frase coreografica . Non c'è in questo balletto un solo secondo che non affascini per il dinamismo di linee e forme in esso creati tra ogni ballerino.
A conclusione della serata Sounddance, il caos organizzato creato nel 1975 da Merce Cunningham. Con Sounddance la serata raggiunge il suo apice. Sullo sfondo un pesante, elegante e barocco drappo giallo, attraverso il quale entrano e si eclissano i dieci ballerini, che sulla scena portano al limite lo squilibrio, apparentemente osando una coreografia istintiva, liberatoria, esuberante .Questo grande lavoro non mostra minimamente i suoi quarantadue anni. E' un lavoro molto intenso e moderno, piacere puro, felicità in ogni momento.
Dopo il primo debole inizio la serata è stata un crescendo continuo.