La vicenda scritta da Edward Albee nel 1962 e ripresa pochi anni più tardi nell'omonimo film di Mike Nichols è nota, i suoi protagonisti anche. Martha, che il vizio del bere, la noia e l'insoddisfazione hanno resa isterica e aspra, e George, un professore universitario, sono una coppia di sposi non più giovani che conducono la solita vita monotona in una cittadina del New England. Persone semplici con un'esistenza ordinaria che diventa un cortocircuito esplosivo a voler guardare nelle trame del loro rapporto. Ed ecco allora che i due, una notte, di ritorno insieme ad una giovane coppia di amici da un party, cominciano a litigare rinfacciandosi cose orrende, insultandosi fino a a parlare dell'esistenza di un figlio mai nato, a cui però entrambi fingono di credere quasi per giustificare la loro inutile unione. I loro amici, Nick e la moglie Honey, assistono con raccapriccio e impotenza al dramma che gli si dipana dinnanzi ed alla ferocia con la quale i due sposi tentano insieme di colpirsi e ferirsi.
In quest'ultima fatica al talentuoso Arturo Cirillo che di recente si è confrontato con la drammaturgia contemporanea americana (ricordiamo il convincente “Lo zoo di Vetro” dello scorso anno e il più debole “La gatta sul tetto che scotta”) più della psicanalisi, più dell'analisi del contesto storico sembra aver interessato quello che nel libro di Albee davvero conta. E' un viaggio, il suo, da compiersi insieme allo spettatore nei sentimenti di due esseri umani come ce ne sono tanti. Qui non siamo nella sorridente America, non siamo negli anni Sessanta. O, forse, sì. Ma questa è innanzitutto una notte di alcol che asciuga le convenzioni, sgretola maschere, di sentimenti veri di persone vere. Nemmeno l'etichetta ad ingentilirne i contorni. Ed ecco allora che entro il perimetro di uno scolorito salottino demodé si muovono quattro attori che provano a sintonizzarsi con i sentimenti, a togliere più che aggiungere, in cerca di una verità autentica da rendere in scena. Attori, personaggi che quando escono dal perimetro del palco/salotto crollano a terra come burattini dai fili tagliati. Dentro un gioco al massacro, un purgatorio di meschinità senza esclusione di colpi. Il baldanzoso Nick (Edoardo Ribatto),nasconde la scalata sociale; George (Arturo Cirillo) si culla in un passato torbido fra realtà e finzione; Martha (una Milvia Marigliano in splendida forma) è sboccata, annerita dal proprio destino e dall'incapacità del compagno di renderlo migliore; infine la svampita Honey (Valentina Picello) tra gravidanze isteriche e disperazioni.
Fermo immagine di un'umanità inadeguata e sfatta suggerita dalla vita e resa reale dalla scena.