CHOUF OUCHOUF

La perla del Romaeuropa Festival

La perla del Romaeuropa Festival

Prendete acrobati all'altezza del Cirque du Soleil e l'ironia e i colori di un film di Kusturica e avrete ottenuto una vaga idea di cos'è Chouf Ouchouf lo spettacolo di Zimmermann e de Perrot realizzato con il Groupe Acrobatique de Tanger.
Questo spettacolo torna per la seconda volta al RomaEuropa Festival. Non è una notizia da poco visto che non è cosa non comune per questo festival ospitare per due anni di seguito lo stesso spettacolo. Ma qui siamo davanti ad una delle operazioni più interessanti del panorama teatrale europeo. Quando non ci sono vocaboli esaustivi per descrivere un evento è probabile che ci troviamo di fronte a qualcosa realmente nuovo.
Gli spettacoli di Zimmermann e de Perrot non si possono definire nuovo circo, ne teatro danza, neanche teatro di figura. Ci vorrebbe un termine nuovo.
Chouf Ouchouf significa in arabo: guarda e riguarda; lo spettacolo si snoda in una serie di acute osservazioni sulla vita e la società araba realizzate con immagini in movimento acrobatico.
Entriamo in Teatro e gli artisti sono già sul palco a scaldarsi: lo spettacolo inizia con estrema naturalezza; dopo pochi minuti eravamo tutti a bocca aperta. Un'inizio folgorante, durante il quale gli attori/acrobati sfogano tutto il loro estro atletico ed il pubblico si profonde in applausi e sussulti di sorpresa. Dopo quest' entr' act si susseguono dei quadri dove è chiaramente riconoscibile il vissuto tragico e ironico dei nostri tempi: le lotte della primavera araba, il consumismo, l'amore, la burocrazia, il canto. Mischiano la poesia all'ironia, il virtuosismo acrobatico e la sensibilità emotiva.
Vorrei spendere una parola in più per gli artisti del Groupe Acrobatique de Tanger: questi ragazzi, oltre ad essere degli insuperabili acrobati, recitano, suonano, cantano, interagiscono con la scenografia (essenziali e magiche come cubi di Rubik) muovendola per creare immagini di assoluta efficacia. Sono a tutti gli effetti degli artisti moderni e poliedrici, come il mercato dello spettacolo e la pluralità dei linguaggi giustamente vorrebbe.
Spettacolo vivamente consigliato.

Visto il 26-11-2011
al Eliseo di Roma (RM)