È andato in scena l’8 e il 9 aprile in anteprima nazionale al Teatro Aurora di Marghera per la sezione Der Schmerz – Il Male Interiore della Stagione di Contemporaneo 2010-2011, Come uno scarafaggio sul marciapiede – Sogno di fine stagione, il nuovo spettacolo scritto e diretto da Antonino Varvarà in coproduzione Questa Nave con la giovane compagnia Trepunti.
Onirico e sentimentale ma anche crudo e diretto, lo spettacolo evoca un ritorno: è giunto il momento per il protagonista Martin (Demis Marin) di affrontare se stesso, le sue paure, le sue emozioni, i suoi pensieri materializzati in tre figure femminili (Sara Bettella, Anna De Franceschi, Claudia Gafà) che come tre mitologiche Parche tessono il ritmo del tempo e della vita stessa, a volte bellissimo sogno, altre volte tremendo incubo. È il 'nòstos', il viaggio di ritorno dell’eroe: tornato ma resta con la nostalgia in mano, torna ma non torna.
Voci registrate e un’attenta regia giocata su contrasti di luci ed ombre aumentano la percezione dei sentimenti che si sviluppano sul palco; solitudine, tormento interiore, inquietudine, incomunicabilità sono le sensazioni dominanti che esplodono in un crescendo finale di luci e musica.
Le pose da tableau vivant ancor più sottolineano la situazione di blocco interiore e, come in un sogno di freudiana memoria, a volte si intromettono pensieri e vicende apparentemente insensati ma che portano a galla il nostro inconscio, le nostre paure e speranze attraverso libere associazioni e flussi di coscienza: è nei sogni che vengono espressi i desideri più intimi, censurati da svegli.
In un tentativo di fuggire la vita attraverso l’ amore, il sesso, i figli, più si cercano strade alternative, più ci si ritrova ingoiati in un’esistenza priva di vie d’uscita ma, come in fondo a un vaso di Pandora lasciato aperto, restano una flebile speranza e il libero arbitrio. Ed ecco la metafora: “come uno scarafaggio sul marciapiede: evitato dagli sguardi degli uomini, ricercato dai loro piedi”.
Questa drammaturgia contemporanea, alla ricerca di risposte a domande universali, si presenta complessa, ricca di suggestioni, poetica e intensa, la regia accurata scandisce il ritmo tramite un gioco di contrasti forte-piano, luci-ombre, silenzio-suono, gli attori bravi e precisi hanno saputo appassionare il pubblico che li ha ricompensati con sinceri e lunghi applausi.
foto Tommaso Saccarola