Il concerto con cui l’Accademia Filarmonica Romana inizia il suo terzo secolo di vita coincide con il ventesimo anniversario della scomparsa di uno dei musicisti più amati del panorama contemporaneo, Giuseppe Sinopoli il cui destino si è precocemente compiuto a soli 54 anni sul podio della Deutsche Oper di Berlino mentre dirigeva l’Aida.
Personalità eclettica, divisa tra molteplici interessi, tutti coltivati con l’impegno dello studioso, in campo musicale è ricordato soprattutto per l’attività di direttore d’orchestra. A Roma restano memorabili le esecuzioni del Ring wagneriano all’Accademia di Santa Cecilia e delle sinfonie di Mahler per l’Accademia Filarmonica Romana. Per un periodo limitato Sinopoli si è dedicato anche alla composizione, poche opere, ma con eccellenti risultati. Emergono nei suoi lavori le affinità con il repertorio tardoromantico e con l’espressionismo della seconda scuola di Vienna.
Il primo concerto del bicentenario si è tenuto al Teatro Argentina ed ha avuto protagonisti l’Ensemble In Canto, una compagine specializzata nella musica contemporanea e del Novecento storico, con la direzione di Fabio Maestri. Voci soliste il soprano Sabrina Cortese e la mezzosoprano Monica Bacelli.
Marco Sinopoli rielabora Giuseppe Sinopoli
Di Giuseppe Sinopoli è stato eseguito Klangfarben un breve brano strumentale per cinque archi solisti su una serie di Riccardo Malipiero, sprazzi lirici contrastati da una contesa dialettica tra le cinque voci, con tutti gli artifici sonori permessi dagli strumenti, un dinamismo incalzante che si blocca in un improvviso finale.
Sono stati poi eseguiti i Frammenti da Lou Salomé, cinque quadri dall’opera omonima di Giuseppe Sinopoli eseguita a Monaco per il Nationaltheater della Baviera nel 1981. E’ il racconto di momenti della propria vita che fa Lou Salomé, intellettuale e psicoanalista russo-tedesca allieva di Freud, e dei suoi rapporti con personaggi quali Friederich Nietzsche, Paul Rée, Rainer Maria Rilke nello snodo della storia in cui la Russia abolisce la servitù della gleba ponendo il problema inedito dell’uso della libertà.
La versione proposta è la prima esecuzione assoluta di una rielaborazione per soprano e orchestra da camera di Marco Sinopoli. La voce energica e sensuale di Sabrina Cortese ha interpretato con efficacia le sfumature della protagonista, ben supportata dal suono espressionista dell’Ensemble In Canto, particolarmente adatto alle dimensioni dello storico Teatro Argentina.
L’amato Mahler
I due lavori di Sinopoli sono stati eseguiti nella parte centrale del concerto, racchiusi, come affettuosamente protetti, da due cicli di Lieder dell’amato Gustav Mahler. I Lieder eines fahrenden Gesellen eseguiti nella versione di Arnold Shoenberg per orchestra da camera e soprano, ripropongono il mito romantico del viandante, del girovago, caro all’estetica di Schubert a cui si fa esplicito omaggio. Monica Bacelli presta il suo fascinoso timbro scuro al giovane narratore che oscilla tra la visione bucolica delle bellezze della natura e le pene dell’amore perduto.
I Ruckert Lieder per voce e orchestra, qui proposti nella versione di Fabio Maestri per mezzosoprano e piccola orchestra, pongono l’accento sulla ingenua estraneità al mondo che si addolcisce di fronte alla bellezza della natura, e, soprattutto nella dedica d’amore alla moglie Alma. Protagonista è ancora una ispirata Monica Bacelli, accompagnata dalle trasparenze del suono degli strumentisti dell’Ensemble In Canto ben guidati da Fabio Maestri. Aria di festa alla conclusione della serata con molti applausi ai musicisti ed a Marco Sinopoli, somigliantissimo al padre.