CONFESSIONI DI UNA MENTE CRIMINALE

Confessioni di una mente criminale

Confessioni di una mente criminale
Un B-Theatre, la versione teatrale di Tarantino, lo definisce il regista che porta sul palcoscenico il libro di Danilo Pennone, il quale, quest'ultimo, oltre ad essere autore del libro, recita, è compositore delle (bellissime) musiche originali e suona sul palco insieme ad un gruppo di attori così affiatato da immaginarseli amici da sempre. Una messinscena che prende spunto dalla tradizione del “cunto” siciliano, ci conduce direttamente ai mitici anni 70. Ma non quelli dei racconti borghesi delle contestazioni e del benessere, quanto il decennio dei poveracci, dei senza speranza, della feccia della società, che nessuno ricorda a Roma. Confessioni di una mente criminale è uno spaccato della vita di periferia di quei tempi, impregnato di romanità, ma esemplare di un periodo in cui c'erano dei valori e una mentalità che non esistono più. Anche i piccoli malviventi di oggi sono cambiati, più spietati, organizzati. Il senso dell'amicizia, dell'onore, la voglia di vivere alla giornata, la convinzione di non dover morire mai, rende questi piccoli criminali quasi innocenti, scaltramente improvvisati, poveri disgraziati più capaci di far male a se stessi che agli altri. Alfredo Angelici (Natale) è un giovane che non avrebbe voluto fare “quella vita” ma che ci si è ritrovato dentro ed è stato l'unico modo che ha conosciuto per vivere. Quando prova a cambiare il suo crudele destino lo punisce fatalmente. In questo racconto stilisticamente cinematografico, vivido, lo spettatore viene magicamente trasportato in un'osteria di periferia, seduto accanto a Natale e ai suoi e ai tuoi amici, a bere un sorso di vino e a canticchiare canzoni in romanesco, vivendo una vita “da non morire mai”. Roma teatro Belli 20/01/10
Visto il 20-01-2010
al Belli di Roma (RM)