Scritto a quattro Mani da Dario Fo e Franca Rame, Coppia aperta, quasi spalancata ha debuttato al Ciak di Milano il 10 ottobre del 1983 e da allora ha avuto un successo mondiale diventando nel tempo uno degli atti unici italiani più rappresentati al mondo.
La Pièce mette in scena quel che resta della coppia borghese, che ha ufficializzato in nome della sincerità come forma di rispetto le scappatelle extraconiugali dei coniugi. O, meglio, del marito che la moglie è costretta ad accettare obtorto collo in un primo momento reagendo con reiterati plateali tentativi di sucidio e poi, grazie ai suggerimenti del figlio ventisettenne, provando lei stessa a trovare, fuori dalle mura domestiche, quell'amore, anche sessuale, che in casa il marito non le dà più da tempo.
Questo mènage familiare viene raccontato in scena dalla protagonista femminile, Antonia, secondo un elegante stratagemma drammaturgico: a inizio pièce mentre il marito la esorta a uscire dal bagno dove si è rinchiusa per l'ennesimo tentativo di suicidio, Antonia, di proscenio, spiega la situazione direttamente al pubblico commentando quel che accade sul palco a suo beneficio.
Dislocata fuori dal palcoscenico (lei può camminare al di là della finestra di proscenio senza precipitare dal quinto piano) Antonia dialoga col marito che rimane per così dire dentro la finzione (tanto che lui rischia di precipitare se segue la moglie al di là della finestra). Da questo punto di vista esterno Antonia può così commentare i comportamenti maschilisti e patriarcali del marito mentre in scena il suo personaggio compie un percorso di auto emancipazione (Antonia si trova un uomo, professore universitario candidato al Nobel) che passa anche per l'aspetto fisico: dismessi i vestiti da casalinga che la imbolsiscono diventa una donna elegante e sexy fino all'inevitabile ingelosimento del marito che le chiede di tornare con lui quando ormai Antonia è davvero cambiata,
quando cioè è troppo tardi.
Sorprende l'attualità immutata dei temi affrontati dalla commedia che se risulta ancora oggi contemporanea ci chiediamo quanto dovesse apparirlo 30 anni or sono facendo notare come la liberazione sessuale intrapresa nel Sessantotto per sottrarsi al tabù e alle convenzioni borghese non si fosse mai davvero sottratta dall'alveo di una morale ipocrita.
La commedia mostra l'incapacità dell'uomo di cambiare davvero vivendo il rapporto col femminile in irrinunciabile rapporto edipico dove la donna è sempre oltre che compagna madre (un amico coetaneo del figlio le dichiara il suo amore) e figlia (quando Antonia allude ad alcune amanti del marito che vanno ancora a scuola) mentre quando una donna intraprende un percorso di rinnovamento cambia sul serio.
La regia di Lerici si mantiene fedelissima al testo originale (ricercando nelle registrazioni video le parti aggiunte in anni di preliche e non riportate nel testo andato in stampa, aggiornando giusto qualche dettaglio della contemporaneità (tecnologie e qualche nome, oltre alla canzone che l'amante di Antonia ha compostoper lei) e qualche riferimento politico (quando nel testo il figlio raccomanda la madre di fidanzarsi con un socialista per sistemarsi per sempre nella versione di Lerici ci si riferisce a un parlamentare) e dando un poco più di spazio al marito che si rivolge anche lui al pubblico laddove nel testo originale. pur consapevole che Antonia stia comunicando con la platea, l'uomo si rivolge sempre alla moglie che fa lui da tramite).
Divertente e divertito nel ruolo del marito (senza nome nella pièce) Antonio Salines ci regala un personaggio un po' più umano e meno ipocrita di quello che fu interpretato da Giorgio Biavati, più vicino, in certi vezzi da marito gigione, al personaggio che fu di Nicola de Buono che debuttò nella commedia assieme a Rame.
Francesca Bianco è riuscita invece nel miracolo di fare suo il personaggio di Antonia così cucito addosso a Franca Rame, senza snaturarlo. Ci è riuscita spostando appena un po' il punto di vista di Antonia che, invece di rimanere al di fuori della storia commentata, resta dentro le cose che le succedono. Così mentre Franca Rame commenta con la sua verve da attrice militante Francesca Bianco interpreta con la sua verve da animale da palcoscenico.
Dopo quasi un mese di repliche lo spettacolo si conclude questo fine settimana premiato da un'altissima affluenza di pubblico che va a divertirsi volentieri quando per farlo non è costretto a spegnere il cervello.
Prosa
COPPIA APERTA QUASI SPALANCATA
Lo sguardo sempre attuale di Fo e Rame
Visto il
08-01-2014
al
Belli
di Roma
(RM)