Stagliati contro uno sfondo nero, Marianna e Orlando, interpretati da Aurora Peres e Jacopo Venturiero, vivono la loro storia d'amore, dal primo incontro fino al (forse drammatico) epilogo. In un universo in cui esistono infinite possibilità, anche la vita umana può essere moltiplicata all’infinito, in una sequenza di scene che esplorano le diverse variabili.
Il testo di Payne ha un ritmo incalzante, che fa in modo che la necessaria ripetitività di alcune situazioni non faccia calare l’interesse per la trama. In questa sequenza sincopata ai due protagonisti viene chiesto di rivivere la stessa situazione con sfumature diverse, in una difficile prova attoriale, soprattutto quando le differenze si fanno meno percettibili.
L’intero dramma è sostenuto dai due attori, che recitano in uno spazio nero privo di qualsiasi oggetto di scena. Sono tuttavia assistiti da un apparato di luci estremamente ben disegnato da Valerio Tiberi, che diventa parte integrante della trama e fornisce l'atmosfera adatta alle singole scene.
Jacopo Venturiero e Aurora Peres sostengono i ruoli di Orlando e Marianna in maniera eccellente, dimostrando un affiatamento essenziale per questo impegnativo two-hander. Sono forse maggiormente efficaci nella parte “leggera” del testo, ma la Peres dà una prova recitativa straordinaria anche con la sua interpretazione della grave malattia che colpisce il suo personaggio.
I cambi di situazione e di tempo vengono inframmezzati da flash-forward che trovano difficile spiegazione, se non quella di puramente stilistica di voler catturare l’attenzione dello spettatore con parziali visioni del futuro che aspetta i due protagonisti, ma è una incrinatura del fluire della trama.
Nella sua originalità, il dramma di Payne sembra tralasciare volutamente parti importanti della storia dei due protagonisti, il non-detto è fondamentale quanto il detto, creando un senso di caos, in linea perfetta con il presupposto teorico da cui l'intera pièce prende il via.