Antesignano dei Pilobolus e dei Momix, Alwin Nikolais è l’inventore di un teatro totale, del quale ha curato tutti gli ingredienti: la musica, i costumi, gli accessori, la scene, le luci. Riconosciuto come uno dei fondatori della modern dance americana, negli anni 50 ha sorpreso per il suo senso astratto e l’incantesimo della metamorfosi di scena, divenuta un caleidoscopio vivente di colori, luci e costumi. Le sue coreografie sono state una rivoluzione visuale e uno sconvolgimento fondamentale nella concezione del movimento come mezzo esclusivo della trasmissione della percezione sensoriale in ambito tersicoreo. Le sue presentazioni sceniche si distinguono per la ‘decentralizzazione’ del danzatore: Alwin Nikolais ha infatto ridotto il fattore umano a un elemento teatrale tra gli altri. Spettacolare e seducente, l’opera di Alwin Nikolais è soprattutto magica.
A Rovereto, per la trentesima edizione del festival Oriente-Occidente, la magia firmata Alwin Nikolais inizia con "Crucible" (1985), una piece nella quale, come per magia, le braccia dei giovani danzatori diventano eleganti colli di cigni, prima che compaiano i loro piedi, trasformati in teste di giraffa. Il corpo non è mai completamente visibile. Usando colori, specchi e un’illuminazione fantasiosa, Crucible accorda la platea al tono che terrà per l’intera serata. I danzatori ranicchiati dietro una rampa di specchi fanno sporgere le mani, le braccia, le gambe, come strani insetti. Viene creato un doppio riflesso che dà luogo a forme completamente nuove. Questo lavoro è al contempo ingenuo e sublime a partire dall’inizio, con qualcosa che sembra una fila orizzontale di luminosi punti rossi prodotti dalle mani, che si espandono in ogni direzione sullo sfondo nero. I danzatori indossano costumi di luci e colori, così come il set, e il tutto è sincopato dalla musica che Alwin Nikolais ha creato all’uopo. Questo è il luogo in cui la kynesis incontra la danza , e la danza l’architettura del suono e dello spazio.
Il secondo lavoro, "Liturgies" (1983) è un impressionante segmento nel quale tre danzatori indossano enormi coni di carta di alluminio, creando una danza di luce psichedelica che si evolve in un magio crescendo. Liturgies porta gli spettatori in luoghi remoti, lontani dalle città, nei quali i danzatori sembrano assumere i colori di una foresta, e, come camaleonti mutano, ondeggiano le braccia in cerchio, alla guisa di alberi danzanti. Un preludio all’insieme di voli, luci e movimenti che irrompe infine sulla scena.
Con l’avvento della musica registrata Nikolais scoprì di poter entrare direttamente nel merito di tutti gli aspetti della sua danza, di poter correggere, selezionare ogni elemento e trovare ‘un’estetica aurea’ per la sua forma di teatro, non più solo danza. Da qui Kaleidoscope, del 1956. Questa creazione si apre con i danzatori calzati in un piede di un grande, colorato disco metallico, che offre varie possibilità estetiche, per esempio procura una base più grande del normale e aumenta l’estensione verticale e delle oscillazioni grazie all’aumentato peso. La forma, il colore, il materiale furono scelte estetiche dirette di Nikolais, atte a produrre l’effetto di semplici forme in movimento, per questo il pesante alluminio, che conferisce a tutto un pesante suono metallico al muoversi dei danzatori sulle tavole.
La serata si conclude con "Tensile Involvement" del/dal 1955. E’ un’ingegnosa breve danza che, benché un po’ ingenua, non ha esaurito col tempo la sua freschezza. I danzatori manovrano lunghi nastri bianchi mentre luci colorate si intrecciano al loro ondeggiare e ruotare sulla scena. “Tensile Involvement” è una piece costruita attorno ad un aggrovigliato gomitolo multimaterico, formato da un arcobaleno di stoffa e luci, che creano una coreografia affascinante di intrecci e grovigli, che si risolvono in improbabili forme geometriche.
Extra
CRUCIBLE, LITURGIES, KALEIDOSCOPE SUITES, TENSILE INVOLVEMENT
Alle origini della modern dance
Visto il
04-09-2010
al
Auditorium Fausto Melotti
di Rovereto
(TN)