Lo spettacolo propone tre differenti coreografie: due di Dino Verga e una di Luca Russo. La parte centrale dello spettacolo cambia ogni sera alternando tre opere: Odi et amo, Cucurrucucu, e Aton Parkour, mentre restano invariati il primo e l’ultimo brano, rispettivamente Cado dalle nuvole e Crepuscolo di sera mistica.
Un trittico denso di emozioni in cui la danza dipinge e riempie una scena vuota che ospita fino a sei ballerini i quali continuamente cercano un dialogo tra loro. Dai corpi degli interpreti nascono linee immaginarie che compongono arabeschi astratti talora incisivi e netti, illuminati da una luce interiore, in altri casi delicati quasi eterei, storditi e sorpresi. Dino Verga e Luca Russo ci mostrano ancora una volta un nuovo modo di concepire la coreografia.
CADO DALLE NUVOLE.
Il primo quadro si apre con un incipit che racconta la storia di una talpa la quale, scavando per arrivare in superficie, viene a contatto con il frastuono del mondo. Sconcertata e impaurita, la talpa si rifugia nella parte più profonda della sua tana e aspetta la fine. Un caos, quello della vita in superficie, che terrorizza; un mondo sconosciuto e apparentemente senza regole che paralizza. Accade quanto riscontriamo nel Fu Mattia Pascal, quando si straccia il teatrino di carta e i personaggi si rendono conto che ciò a cui stanno assistendo non è la vita ma solo una copia di essa, una finzione. I movimenti dei ballerini sono rotti da pause e attese alternati da piccoli salti che non tendono verso l’alto, piuttosto sembra una rincorsa per avere un contatto con la terra. I corpi si chiudono in se stessi e cercano una tana dove trovare conforto per le illusioni infrante.
Coreografia, luci e costumi: Dino Verga
Musiche: Nils Okland, Steve Reich (Clapping music)
Testo: Rita Marcotulli
Interpreti: Veronica Cionni, Luca Della Corte, Valeria Gargano, Antonella Pugliese, Luca Russo
ODI ET AMO.
Due ballerini in scena: un uomo (Luca Russo) e una donna (Veronica Cionni).
“Nessuna donna può dire di essere stata amata da me così fortemente, quanto la mia lesbia” (Catullo c. 87 “foedus amoris”).
La scenografia è essenziale. Luca Russo la crea poco a poco mentre danza. Compone, tra le sue delicate movenze, una sorta di ragnatela di cui egli ne è il centro. Un fulcro in azione da dove scaturiscono e a cui tendono dei fili elastici: i sentimenti, i legami.
Coreografia, luci e costumi: Luca Russo
Musiche: Johann Johannsson
Testo: Catullo
Interpreti: Veronica Cionni, Luca Russo
CREPUSCOLO DI SERA MISTICA.
Una coreografia che studia il rapporto tra luce e oscurità come metafora del rapporto tra razionalità e irrazionalità. La scena è al buio. Le luci sono legate ai corpi che danzano nell’ombra. Guanti di piccole lampadine, lumini legati ai gomiti, alle ginocchia, ai polsi, proiettano dei fasci luminosi con i quali i ballerini svelano il loro fisico al pubblico attraverso un delicato chiaroscuro, illuminando a zone la loro corporatura. Una visione inquietante, onirica.
Coreografia, luci e costumi: Dino Verga
Musiche: Phantom Orchard, Murcof, Edith Piaf
Interpreti: Stefania Brugnolini, Veronica Cionni, Luca della Corte, Valeria Gargaro, Antonella Pugliese, Luca Russo.
Il filo che lega i tre quadri è sicuramente il rapporto con lo spazio: non esiste il palcoscenico nel senso comune del termine, c’è soltanto un spazio da cui si può entrare e uscire. Un quadrato a terra definito da un tappeto è il luogo dove i piedi, le braccia, l’intera figura umana prende vita in un modo convenzionale e innaturale, eppure comunica con lo spettatore attraverso un criterio semplice e chiaro, arriva dritto al cuore. Ritmo, rumore, sia quello che arriva dalla colonna sonora sia quello dei corpi dei ballerini che fa attrito con il pavimento, accompagnano in sincronia o precedendo e rincorrendo i movimenti.
La forza della delicatezza della compagnia Aton Dino Verga Danza commuove e fa riflettere sull’essenza dell’essere umano e sulle relazioni che intercorrono fra gli uomini, attraverso un percorso costellato di sentimento, sorpresa, paura e attesa.