Portare in teatro un film non è mai semplice. Il format utilizzato è dinamico e ricco, molto adatto a chi non è abitudinario del teatro.
Una produzione firmata dal regista Federico Bellone, con la supervisione di Eleanor Bergstein (autrice del film e dello spettacolo teatrale). Dal 2014 il musical Dirty Dancing solca i Teatri Italiani. Per questa stagione il cast è stato cambiato: in scena Gianluca Briganti (reduce dalla tournée di “Flash Dance” e passato da ensemble/cover Tito Suarez a protagonista) nel ruolo di Johnny e Vanessa Innocenti in quello di Baby.
La macchina scenica è ricca, costruita da scenografie ruotanti che alternano gli ambienti, interni ed esterni, della struttura alberghiera Kellerman dove si svolgono quasi la totalità delle scene. L’alternanza di elementi fissi e mobili rendono facile l’identificazione delle varie location, alternandole quanto basta per far viaggiare la fantasie dello spettatore all’interno del villaggio vacanze.
Un adattamento che non deluderà i fans del film cult
La regia di Bellone, divenuta la versione ufficiale anche per molte repliche estere, è molto fedele al film. Traducendo i dialoghi e preservando molte delle canzoni originali in lingua inglese, si forma un ottimo equilibrio stilistico. Le coreografie pur esplicitamente sensuali, risultano non volgari e di grande impatto visivo.
Se la recitazione non è il punto forte di Briganti, apparendo freddo e distaccato in alcune battute, la sua energia sul palco rende travolgente ogni coreografia e il pubblico è letteralmente ipnotizzato da ogni sua movenza. L’interprete di Baby, Vanessa Innocenti, risulta capace di rendere al meglio un personaggio così complesso senza risultare macchiettistico. Da segnalare inoltre la caratterizzazione efficace di Renato Cortesi nel ruolo di Mr. Schumacher.
Un format dedicato alle donne
Portare in teatro un film non è mai semplice, soprattutto se il lungometraggio in questione è un vero e proprio cult in tutto il mondo. Il format utilizzato è dinamico e ricco, molto adatto a chi non è abitudinario del teatro e soprattutto non ama la prosa. La produzione è realizzata per soddisfare e divertire un pubblico più vasto possibile, ammiccando all’universo femminile, target di riferimento di questa messa in scena.