DAVE ST-PIERRE CREATION 2012

<i>Creation 2012</i> o del luogo comune

<i>Creation 2012</i> o del luogo comune

Terzo e conclusivo spettacolo di una trilogia che comprende La pornographie des âmes (2010) e Un peu de tendresse bordel de merde (2011) Creation 2012 del coreografo canadese Dave St-Pierre raccoglie e conclude i discorsi iniziati nei due precedenti lavori dei quali costituisce una summa ideale.

Come per gli spettacoli precedenti il coreografo canadese chiede ai suoi e alle sue performer di stare in scena senza vestito alcuno.

Una nudità niente affatto voyeuristica alla quale lo spettacolo abitua il pubblico sin da prima del suo inizio.

Mentre spettatori e spettatrici prendono infatti posto il corpo di ballo è già in scena a scaldarsi, chi fuma una sigaretta, chi beve acqua, chi si saluta e conversa, come stessimo assistendo a quello che può avvenire  dietro le quinte.

Qualcuna è già nuda, qualcuno è coperto solamente da un asciugamano. Gli scherzi goliardici allusivi e le pacche si sprecano.

Questa atmosfera en souplesse aiuta a familiarizzare con la nudità che non è mai ostentazione ma diventa l'abito di scena dei e delle performer.

La nudità insomma è un vezzo, un'allusione alla pruderie d'altri tempi che nessuno oggi nota più - anche se lo spettacolo è raccomandato per un pubblico adulto, come dire non fa mai male mettere le ami avanti...-.

Creation 2012 è incentrato sull'idea che l'incontro inevitabile fra due esseri potrebbe indurre a vivere
la violenza di un improvviso colpo di fulmine e innamorarsi fatalmente,
perdutamente e… averne tanta voglia da desiderare di morirne
come spiega  St-Pierre nel programma di sala.

L'idea drammaturgicocoreutica dello spettacolo vede un gruppo di cupidi, uomini e donne, nudi e nude tranne un paio di piccole ali posticce sulla schiena, preparare un uomo e una donna - legati ai polsi e con del nastro adesivo sulla bocca - al loro primo incontro e sostenerli e soccorrerli durate il  corteggiamento.

Lo spettacolo si sviluppa sulle alterne vicende della coppia (il cui innamoramento è solo sofferenza,  competizione e morte)  e su quella dei cupidi che, a un certo punto, si ritrovano in una seduta di terapia di gruppo, dove confessano stress e nevrosi subiti a causa del mondo dove il sesso conta più dell'amore e del colpo di fulmine.

Visivamente interessante e bene eseguito dal corpo di ballo sia dal versante coreutico che da quello ginnico-performativo, Creation 2012 ha più di un momento memorabile e spassoso: i putti e putte che sventolano l'uomo e la donna che assistono unendo tutte le paia di ali (che si sono sfilati dalle spalle) in una vaga citazione alla famosa coreografia di Zi zi Jeanmaire; l'uomo corteggiatocorteggiatore che si lorda di sangue (gettato in terra e scivoloso) mentre offre dei fiori freschi alla donna amata (assente) trovati al supermercato incurante delle scivolate continue, le varie idiosincrasie nella seduta di terapia di gruppo. Nella visione d'insieme però come spettacolo si attesta su una serie di topoi triti e affettati.

La commistione performance fisicadanza è stato uno degli elementi cardine della danza contemporanea dal quale la ricerca più recente sta cercando di affrancarsi.

Non Dave St-Pierre che ne fa la coordinata centrale della coreografia tutta muscoli e sudore, come nel lungo estenuante ed inutile quadro che vede prima ogni performer cadere in terra ripetutamente sopra e sotto dei tavoli di scena mostrando così ci si innamora (giocando con l'espressione inglese to fall in love letteralmente "cadere in amore") per poi unire i tavoli trasformandoli in una pista sopraelevata dove ognuno vi sale e scende come in una coreografia hip hop.

La grammatica coreutica riprende alcuni stilemi di Pina Bausch (di 40 anni fa) come la ripetizione  soprattutto nella relazione tra danzatore e danzatrice quando la donna corteggiatacorteggiatrice si getta ripetutamente e con forza sull'uomo la cui presa, di volta in volta, lo strema.

L'analisi dei rapporti tra uomini e donne che nel programma sono il cuore estetico dello spettacolo si riducono a una compartimentazione sessista tra i cupidi e cupide, separati per genere (i maschi coi maschi le femmine con le femmine) e per comportamenti stucchevolmente eterosessisti: gli uomini fanno scherzi goliardici, sono narcisisti, mentre le donne sono isteriche sbarazzine oppure un poco oche. Dove l'uomo corteggiatore è tutto muscoli e sangue, urla e sudore e la donna quando si propone lo fa sempre con una aggressività pervicace con cui dissimula una indole fragile e sensibile, che la porta a disperarsi a piangere e strillare quando cupidi e cupide le gettano dell'acqua per pulirla (è freddaaaa) mentre l'uomo muore con dignità virile sostenendo lo sforzo fisico fisico a che il corpo glielo permette.

Un sessismo che sfocia nel maschilismo quando  uno dei cupidi  porta sul palco uno spettatore, chiedendogli di mostrare agli altri cupidi e cupide cosa fa, sulla Terra, un uomo con una donna. Porta dunque in scena una bambola gonfiabile negli orifizi della quale chiede allo spettatore di infilare le dita   (previamente leccate dal cupido stesso per lubrificarle).

Una comicità grossier e maschilista (manovrata dal performer la bambola gonfiabile è un'assatanata di sesso che chiama altri cupidi per coinvolgerli in una sfrenata orgia...) giocando  sul naturale imbarazzo dello spettatore che appare così succube della donna, prima ancora che dello spettacolo, in barba a quanto accade nel mondo reale dove la donna tra femminicidi sperequazione salariale e sfruttamento della prostituzione (tanto per citare alcuni esempi) non è certo quella dipinta nello spettacolo.

Se nelle intenzioni programmatiche dello spettacolo c'è quella di analizzare i rapporti tra uomo  e donna nella nostra contemporaneità Creation 2012 si illude di descriverli in maniera universale riuscendo solamente a impeigare un immaginario  collettivo  datato e ignaro sia del percorso fatto in questi 40 anni dalle donne e dagli uomini, o rielaborati analiticamente dagli studi femministi e da quelli movimento lgb, istanze assenti nello spettacolo il cui immaginario è esclusivamente quello etero.

Creation 2012 conferma 
tutti gli stereotipi e i ruoli di genere compiacendo il pubblico che applaude grato e soddisfatto che i propri pregiudizi eluoghi comuni siano confermati sulla scena come un modo di vedere legittimo e veritiero.

 

 

Visto il 16-02-2013