Lirica
DER FLIEGENDE HOLLäNDER

Senta nella stireria

Senta nella stireria

Atmosfera cupa, a tratti spettrale, e ambientazione novecentesca di chiaro stampo nord europeo per Der fliegende Holländer di Richard Wagner al suo debutto assoluto al Ponchielli di Cremona nell’anno in cui si celebra il bicentenario dalla nascita del compositore.

La regia di Federico Grazzini si mostra fin dal primo istante in grado di creare atmosfere e sottolineare sentimenti attraverso una cura attenta di movimenti e dettagli, che evidenzia una profonda lettura del testo e della musica e che, nella sua facile intelligibilità, riesce a coinvolgere fortemente lo spettatore nella vicenda. Semplici, ma gradevoli, le scene di Andrea Belli che si avvalgono dell’ausilio delle videoproiezioni in bianco e nero di Luca Scarzella. Nel primo atto l’azione si svolge sulla riva di un mare in burrasca, dominato da un cielo corrusco e minaccioso, solcato dal vascello fantasma del protagonista che, in una visione quasi tridimensionale, sembra voler invadere la sala. Il secondo atto prende le mosse, invece, all’interno di una stireria di mattoni sulla cui parete di fondo si aprono tre finestroni che fanno intravedere le sagome di grossi alberi spogli battuti dal vento. Senta stira con le colleghe, ma coltiva il suo sogno di evasione da quell’ambiente tetro, dalle caratteristiche tipiche di certe vecchie fabbriche d’oltrecortina. Erik è una guardia giurata, che indossa una divisa di stampo chiaramente germanico, violento nei modi e nella gestualità, rozzo, incapace di comprendere il desiderio di evasione della ragazza. Su tutte domina la figura dell’olandese, alto, pallido, avvolto in un lungo cappotto nero, che fa le sue apparizioni in scena sovente avvolto nella nebbia.

Bravissimo Thomas Hall nel ruolo del titolo: la presenza scenica è autorevole e maestosa, il timbro scuro e piacevole, l’emissione sempre perfettamente controllata. Non da meno è Elena Nebera nel ruolo di Senta, emotivamente molto coinvolgente, dotata di uno strumento dall’estensione notevole, ha saputo fornire un’ottima interpretazione di una fanciulla dibattuta fra l’innata ritrosia del suo carattere e un forte desiderio di libertà e amore. Il Daland di Patrick Simper è sostanzialmente corretto, ma la voce appare un po’ leggera per il ruolo, il che lo fa sembrare a tratti poco incisivo. Kor-Jan Dusseljee è invece molto bravo nel tratteggiare un Erik impulsivo e manesco, dai tratti vagamente ossessivi: l’acuto è solido e la proiezione sicura. Con loro la non più che corretta Nadiya Petrenko, nelle vesti di Mary, e l’efficace Timoniere di Gabriele Mangione.

Solo parzialmente convincente la roboante direzione orchestrale di Roman Brogli-Sacher che, a fronte di un volume sempre molto alto, finisce per curare poco dinamiche e colori e per non supportare a dovere i cantanti.

Una particolare nota di merito per il Coro del Circuito Lirico Lombardo, magistralmente preparato dal maestro Antonio Greco: l’amalgama notevole, gli attacchi precisissimi, la dizione perfetta contribuiscono non poco a realizzare una prestazione di vera eccellenza.

Qualche posto vuoto in platea e nei palchi, ma pubblico entusiasta, davvero prodigo di applausi per tutti.

Visto il 17-11-2013
al Ponchielli di Cremona (CR)