Danza
DI FRONTE AGLI OCCHI DEGLI ALTRI

All'Elfo la danza della memoria di Sieni

All'Elfo la danza della memoria di Sieni

Definirlo una sorta di “Stück” alla Pina Bausch, può essere forse riduttivo o azzardato a seconda dei punti di vista. Eppure è questa associazione che ci viene in mente, per raccontare "Di fronte agli occhi del cuore" lo spettacolo andato in scena all’Elfo Puccini in occasione di una delle ultime serate del Festival “MilanOltre” e dedicato alle vittime della strage di Piazza Fontana, avvenuta il 12 dicembre 1969.

Lo spettacolo creato da Virgilio Sieni e nato inizialmnete nel 2012 su invito del Museo della Memoria di Bologna come testimonianza e denuncia della tragedia di Ustica del 27 giugno 1980, ha visto invece in scena in occasione della prima e unica rappresentazione milanese, un cast di ballerini molto particolari, ovvero i parenti delle vittime della strage di Piazza Fontana.
Hanno partecipato a questo spettacolo Carlo Arnoldi, Federica, Matteo e Paolo Dendena, Claudia Pinelli e Paolo Silva i quali, per circa un’ora hanno interagito con Sieni dando vita ad una commovente “danza della memoria”.

Il coreografo, basandosi su un tappeto musicale creato dalla violoncellista Naomi Berrill che ha suonato e cantato dal vivo con struggente passione, ha interagito con gli ospiti creando delle strutture coreografiche basate sull’improvvisazione di movimenti creati sul momento.
Seduti inizialmente in scena su una fila di siede, il coreografo invita di volta in volta ognuno di loro ad interagire con lui, conducendoli in un viaggio della memoria che attraverso il movimento cerca di esplorare emozioni e ricordi. Intrecciando movimenti con le mani e i piedi, come davanti ad uno specchio, li invita a imitare i suoi passi, conducendoli in un percorso a tratti con ostacoli, a tratti semplice da seguire.
Un gioco in danza che fa riferimento al vissuto di ognuno di loro e attraverso il quale, pur nell’imbarazzo e nell’inadeguatezza di sentirsi dei non attori e dei non ballerini sulla scena, permette loro di mettersi in gioco cercando di ricordare attraverso la poetica coreografica di Sieni, i loro cari.


Mentre cercano un contato fisico attraverso abbracci o semplici sguardi, seguendo gli itinerari di movimento che Sieni crea sul momento per loro, sembrano guardarsi dentro e ricordare attraverso il corpo quello che è accaduto nelle loro intimo, le emozioni provate, il dolore che si trasforma in amore.  Ogni tanto il coreografo si allontana per compiere evoluzioni che inseguono la musica con scatti improvvisi, oppure in altri momenti si riavvicina agrappandosi a loro o al contrario sostenendoli. In altri momenti cade al suolo per essere  quindi aiutato a rimettersi in piedi.
Dalle interazioni di coppia che si trasformano in semplici passi a due, si passa ad un trio per concludere quindi in una danza di gruppo che diventa un girotondo e si trasforma quindi in un valzer finale dove si scambiano gli abbracci e anche dei sorrisi. Alla fine uno di loro legge con il microfono in mano l’elenco dei nomi delle vittime morte quel 12 dicembre, qualcuno fra il pubblico si alza in piedi, quasi tutti gli altri rimangono impietriti sulle poltrone ma ancora cullati dalle note di quella musica e negli occhi l’immagine della danza appena vista.

Foto di scena di Alessandra Galiani

Teatro dell'Elfo 11 ottobre 2013 unica rappresentazione
 

Visto il 11-10-2013