Prosa
Dì A MIA FIGLIA CHE VADO IN VACANZA

Torna a scrivere per il teatr…

Torna a scrivere per il teatr…
Torna a scrivere per il teatro Denise Chalem, proponendo questa volta una storia di intensa attualità, ambientata nel mondo carcerario visto dalla parte delle donne. All’interno di un’affollata prigione femminile piomba nella cella di Dominique la borghese Caroline, appena arrivata e terrorizzata. Dominique viene dalla borgata ed è una donna dal carattere forte e senza concessioni, e guarda storto le manie di pulizia di Caroline e il suo iniziale tentativo di trasformare la cella in uno spazio umano, vivibile, non diverso dal mondo da cui proviene. Le due sono dunque destinate a intendersi ben poco: diversissime per origine, storia e abitudini sono comunque obbligate a condividere uno spazio angusto e a condividere i ritmi del carcere, i suoi bui improvvisi, i richiami e la presenza oppressiva e ambigua della sorvegliante di turno. Pochi giorni di convivenza insegneranno loro molto, e le porteranno poco a poco ad avvicinarsi l’una all’altra, condividendo segreti e dolori, fino a una fine inattesa che lascia l’amaro in bocca e riflessioni senza una risposta. Dirige Maddalena Fallucchi, che insieme alle attrici si mette di testo e personaggi, che vengono svelati poco a poco, il sorriso spento da abusi di ogni genere perpetrati dietro il riparo della divisa, pazientemente ricucito con risate improvvise e barlumi di speranza e vita, magari al suono di una nenia araba e nel lampo improvviso di un aeroplano che sorvola il carcere. Regista e attrici hanno il merito di porsi al lavoro con intelligenza e umiltà, creando un’atmosfera quasi familiare e disincantata, punteggiata dal grigio incombente delle sbarre, dai suoni lontani e non ben definiti che ritmano giorni e notti ‘dentro’. Le due protagoniste, Caroline e Dominique, hanno l’energia e la generosità di Alessandra Fallucchi e Grazia di Michele, coraggiose e cariche di grande personalità, che danno vita a due personaggi forti, alternando momenti di grande fisicità a sprazzi di malinconia e immobilità, dovuti anche a un testo non immediato e di rapida comprensione. Non c’è un messaggio chiaro e diretto alla fine di questo spettacolo, non c’è un lascito di speranza e fiducia che accompagni Caroline, rimasta senza Dominique: uscirà dal carcere senza essersi piegata e forse trasformata in una donna più forte e più sincera, ma anche più triste e più sola. Roma, 24 ottobre 2008 Teatro Due
Visto il
al Due di Roma (RM)