Il Carlo Felice fu aperto, dopo la ricostruzione, il 20 ottobre 1991 con “Il trovatore” di Giuseppe Verdi, dunque esattamente vent'anni prima della serata inaugurale della presente stagione: una data simbolica, che ha reso particolarmente emozionante essere a Genova ed ascoltare l'inno d'Italia e quelle musiche mozartiane perfetto viatico per il giorno importante.
Il rapporto tra Lele Luzzati e il Carlo Felice è stato proficuo e sempre emozionante; in particolare il risultato è eccellente per questo Flauto magico che debuttò nel 2002 per essere ripreso nel 2006. L'atmosfera è quella di una favola, anche se non mancano simboli esoterici. Ma a prevalere sono i toni, i materiali e i colori di un mondo allegro e confortevole: le macchine di legno, i mimi “mascherati” da animali (movimenti di Giovanni Di Cicco), i valletti in divisa da circo, le scene pennellate dalle luci (Luciano Novelli) con tocchi di colore a seconda delle sensazioni, i costumi di Santuzza Calì ispirati alle turcherie e all'orientalismo in genere.
Uno spettacolo irresistibile dove la regia di Daniele Abbado, ripresa da Boris Stetka, è attenta allo svolgersi dell'azione senza soverchiare l'apparato scenotecnico di Luzzati. Uno spettacolo che regala momenti di stupore accanto ad altri di vera commozione per quella felicità “utopica” che qui pare possibile. Uno spettacolo irripetibile e da non perdere.
Johannes Wildner dirige con tempi corretti, serrati al punto giusto; i suoni leggeri sono ma ricchi di sfumature e la resa, in perfetta aderenza con la messa in scena, privilegia un luminoso colore favolistico che accentua i toni di serena utopia della partitura.
Nel cast ha brillato la Pamina di Eva Mei, voce di grande esperienza e bellezza, sicura nell'acuto ampio e saldo, corposa nel centrale, sempre morbidamente luminosa. Accanto a lei qualche fatica soprattutto in alto per il Tamino di Michael Heim. Nessuna difficoltà per Matthias Ludwig, il cui Papageno ha convinto vocalmente ed attorialmente. Andrea Mastroni è un Sarastro dalla bella voce profonda, sonora anche nelle frequenti discese negli abissi della partitura, accompagnata da occhi inquietanti. Silvia Vàzquez Clemente ha affrontato con sicurezza l'impervio ruolo della Regina della notte, regalando due arie con colorature perfette. Ben assortite le tre Dame, Sonia Ciani, Paola Santucci e Claudia Nicole Bandera. Giustamente caricaturale e poi sireneggiante la Papagena di Sophie Gordeladze. Adeguato il resto del cast: Valdis Jansons (Oratore e Primo sacerdote), Naoyuki Okada (Secondo sacerdote e Primo uomo armato), Enrico Salsi (Monostratos), Marco Innamorati (Secondo uomo armato). Bravi i tre schiavi, gli attori Davide Francesca, Fabrizio Lo Presti e Simone Magnani. Più deboli, ma tenerissimi, i tre Fanciulli del coro di voci bianche del teatro. Perfetti tutti i mimi, essenziali nell'economia dello spettacolo.
Teatro gremito, moltissimi applausi in corso di esecuzione e un trionfo alla fine.
A corredo dell'opera una mostra nel Grande Foyer del teatro, “Luzzati dalla parte di Papageno”, aperta negli orari di spettacolo (esposte le tavole originali del cartone animato del 1978 ispirato all'opera), mostra che è stata illustrata con la conferenza di Giovanni Carli Ballola “Il Flauto Magico ci proteggerà nel nostro cammino” (suo anche il saggio nel programma di sala dell'opera): ci auguriamo sia buon viatico per il “nuovo” cammino del Carlo Felice.