Prosa
DITEGLI SEMPRE DI Sì

Il mondo capovolto

Il mondo capovolto
San Severino Marche (MC), teatro Feronia, “Ditegli sempre di sì” di Eduardo De Flippo IL MONDO CAPOVOLTO Ditegli sempre di sì è un lavoro di De Filippo degli anni Venti, in cui viene presa in esame la pazzia con toni comici, prima della sterzata finale verso il dramma. In questo scritto al centro c'è una vera pazzia, ma il lavoro convince meno di altri dello scrittore per il suo oscillare tra un vago “odore” pirandelliano e la farsa e il “ritorno a casa” conclusivo non dà un apporto fondante al testo. Il protagonista Michele dopo un anno in manicomio torna a casa della sorella vedova, la quale ha tenuto nascosta a tutti la notizia per salvaguardare la reputazione del fratello (ha detto che era in viaggio per affari). Egli però non è guarito, tutt'altro: è fissato con il “parlare con le parole appropriate” e tende a credere a tutto quello che gli viene detto, seppure ironicamente, combinando equivoci a non finire. Fino a quando la sorella non lo riporta a casa, cosciente della malattia del fratello e, soprattutto, dei danni provocati dal nasconderla agli altri. La regia di Geppy Gleijeses punta sui toni farseschi. La bella scena di Paolo Calafiore (bene illuminata da Luigi Ascione) esalta un vago senso di surreale del testo, proponendo per il primo atto una scena di interno con parete vetrata sullo sfondo da cui si vede una città sottosopra, quel mondo capovolto che è nella lettura dell'autore. Nel secondo atto, il luogo dovrebbe essere una casa di campagna: ecco allora un “bosco” di enormi girasoli. I bei costumi di Gabriella Campagna, molto attenti ai dettagli, situano l'azione verso la fine degli anni Venti. Matteo D'Amico è compositore tra i più interessanti della musica italiana contemporanea; il suo apporto allo spettacolo è davvero minimo, eppure significativo dal punto di vista qualitativo. Il cast è dominato da uno straordinario Gennaro Cannavacciuolo: dire che egli interpreta “en travesti” il ruolo di Donna Teresina, la sorella vedova di Michele, è assolutamente riduttivo, tali sono la classe, l'eleganza e la maestria messi nel personaggio. Teresa è tratteggiata con palese napoletanità e, al tempo stesso, con un talento ironico (distaccato, nel senso semantico del termine) unico: splendida la scena in cui ella subisce le avances di Don Giovanni (nomen omen) con palese senso di fastidio. Peccato che il personaggio sia pressochè assente nel secondo atto. Il regista riserva per sé il ruolo del protagonista, affrontandolo calcando la mano sul pedale del comico, soprattutto tramite una recitazione giocata abilmente sulla mobilità del viso, sui tic, gli inciampi linguistici e sui repentini cambiamenti di espressione. Il figlio Lorenzo Gleijeses interpreta il giovane Luigi con enfasi. Con loro un cast affiatato di attori puntuali nei rispettivi ruoli: Gigi De Luca, Gina Perna, Antonio Ferrante, Ferruccio Ferrante, Gino De Luca, Stefano Ariota, Laura Amalfi, Felicia Del Prete. Pubblico divertito, molti applausi. FRANCESCO RAPACCIONI
Visto il
al Garden di Rende (CS)