Profilo inconfondibile, chioma vaporosa e riccia, posa sicura, tratti del viso unici; la sua entrata è preceduta dal suono fragoroso di un tuono: è lei, Anna Mazzamauro, veterana delle scene e attrice cult Anni 80/90, ora protagonista di Divina, commedia brillante scritta nel 2013 dal giovane autore francese Jean Robert-Charrier, adattata per il teatro italiano dalla stessa Mazzamauro, diretta dal regista Livio Galassi.
Una cento mille Divina
In Divina Anna Mazzamauro interpreta Claire Bartoli, un personaggio che le calza a pennello, come i vari vestiti elegantissimi, esageratamente sfarzosi, che cambia nel corso della pièce.Forse interpretare è un verbo riduttivo per Anna Mazzamauro, la cui recitazione esce spontanea, come respirare, come parlare del più e del meno nella vita quotidiana.
Divina è un personaggio dalle molte sfaccettature: è brillante, è comico ma è anche profondo e onesto, è estremo e paradossale - ma con lucidità -, è uno di quei personaggi, insomma, che segue le regole del gioco perché il gioco lo ha deciso in prima persona e lo conosce molto bene. In scena Mazzamauro è accompagnata da Massimo Cimaglia, Giorgia Guerra, Michele Savoia e Lorenzo Venturini che interpretano personaggi succubi del carattere vulcanico di Divina la cui vita da star subisce una brusca frenata quando scopre di essere stata licenziata in tronco dall’emittente televisiva per cui ha lavorato per trent’anni come giornalista.
“Licenziata per motivi di …anzianità… pardòn di servizio”
Claire - che non può accettare un affronto così grande - medita vendetta.Divina ricorda una sorta di Diavolo veste Prada decaduto che, grazie alla sua forza e al suo carattere, riesce a rimettersi in gioco, anche sentimentalmente: chiederà infatti aiuto a un suo vecchio amante che conduce la trasmissione di cucina “Divinamente Buono” e che sembra non essersi dimenticato di lei.