Uno dei capolavori indiscussi del compositore, il Don Giovanni affidato alla regia di Antonio Nobili è la manifestazione del genio di Mozart.
Grazie anche ad un cast che ha permesso di essere “plasmato” e di diventare attoriale oltre che lirico, il libretto di Da Ponte diventa un opera teatrale di ampio respiro. Tutti i personaggi dell’opera vengono arricchiti di sfumature nuove rispetto ai colleghi che li hanno preceduti negli stessi ruoli. La licenziosità di Don Giovanni (Alessio Magnaguagno) viene messa in scena con situazioni di erotica valenza, sostituendo i pasti con corpi di donne. La sfida del personaggio che veste panni diabolici è, nei confronti della morte e dell’oltretomba, trasformata in duello personale con la parte benevola di se stesso, interpretata da un Leporello (Salvatore Calandra) servizievole e sempre pronto a far quasi da maestro al suo padrone. Don Giovanni è una musa per il servo, tanto che ne trascrive azioni e risultati con una Penna così come era uso fare per i poeti. Il mistero dell’Opera è affidato a Donna Anna ( il soprano Fausta Ciceroni) che invoca dolore ed attenzioni suscitando quella pena che il suo personaggio chiede, e a Donna Elvira (il soprano Valentina Pennacchini) insolita nella visione registica di Nobili, una donna combattiva che non si rassegna nemmeno con la scelta di andare in convento. La parte “leggera” è nelle mani di Masetto (il baritono Daniele Antonelli). A lui, oltre il ruolo di libretto, quello di trasmettere fascino ed ironia ad un pubblico attento alle sue vicende sentimentali.
Un grande applauso a Don Ottavio (il tenore Adriano Gentili) al quale Antonio Nobili ha affidato la chiave dell’interpretazione registica ed in posizioni sceniche al limite dell’interpretazione canora nelle quali Gentili ha potuto mostrare tutto il suo talento.
Tanti sono gli elementi che hanno reso possibile portare in scena Mozart senza cadere nell’amatoriale, grazie al lavoro del Direttore Luciano Bellini, alla professionalità di un nutrito numero di Maestri d’Orchestra, alla competenza dei Maestri del Coro. E’ indubbio che Antonio Nobili ha avuto un ruolo fondamentale con le sue visioni registiche. Ha dato la possibilità agli artisti di poter mostrare tante sfumature nei personaggi che spesso si perdono nei canoni della visione classica del Genio. Ha portato gli artisti in platea, ha arricchito il loro “personaggio” lirico completandoli a livello attoriale e soprattutto con alcuni artisti (come Calandra) il risultato è statouna vera sorpresa. Ha utilizzato tutto il suo bagaglio formativo, il suo talento e lo ha messo a disposizione di un gruppo solido e ben preparato. Ma ciò che rende unico questo Don Giovanni è l’aver portato il silenzio in un opera lirica. Lo rappresenta Don Ottavio guardando fisso la statua del Commendatore, di spalle al pubblico e a Donna Anna che canta in sottofondo la sua aria dolente. Un momento intenso. Ogni rumore, suono e voce, sfuma nell’infinita quiete che il genio vive nel suo processo creativo. E per la prima volta, in quel quadro ho visto realmente Mozart.