Difficile trovare un’idea per recensire “Eduardo più unico che raro!” lo spettacolo portato in scena in questi giorni dalla Compagnia degli Ipocriti capitanata da Rocco Papaleo e Giovanni Esposito per la regia di Giancarlo Sepe con quattro atti unici in omaggio a Lui, il grande del teatro napoletano. Difficile. Per non dire imbarazzante.
Perché è assai arduo trovare nello spettacolo tracce di Eduardo. Del suo spirito.
Un’aura cupa di tristezza domina tutti e quattro gli atti che si presenterebbero come farse (almeno “Pericolosamente”). E invece è proprio questo il primo ad andare in scena e il primo a deludere.
Scena nuda, solo due sedie, e tre personaggi anonimi che sembrano giunti lì per caso da dietro le quinte, senza un contesto, senza nulla che li leghi l’uno all’altro.
Non un’idea di regia, di ambientazione, di storia, niente. Eppure Dorotea e Arturo sono marito e moglie. Arturo e Michele sono amici carissimi che non si vedono da quindici anni. Michele è tornato a Napoli dopo anni trascorsi in America. Niente, tutto questo non provoca nessun a emozione in essi. Al contrario, come detto, un’ambientazione cupa, da Far West, complici luci e scelte musicali.
E Dorotea? Aspetta i colpi di revolver del marito come da copione. E come da copione si rialza. Senza paura e senza stupore. Bisogna fare in fretta, del resto. Ci sono gli altri tre atti da portare in scena.
Ed ecco allora “Occhiali neri”. E nemmeno qui l’ombra dello spirito di Eduardo. Luci, musiche, interpretazione, come si trattasse del miglior poliziesco tv. Meno male che qualche battuta esce da “Filosoficamente”, mescolato a “Gli occhiali neri”, riprendendone i motivi.
Segue “Sik -Sik”, troppo lungo rispetto agli altri con un eccessivo indugiare nel bisticcio linguistico tra il protagonista e lo sprovveduto neo-assistente Rafele. e “La voce del padrone”, con al centro il tentativo travagliato di effettuare una registrazione in sala di incisione con un’orchestra che si rivela un’accozzaglia di strumenti e personaggi.
E in questo suo essere “accozzaglia” rispecchia lo spettacolo.
Un’accozzaglia di tentativi di dare un filo logico alla messa in scena di quattro diversi atti di Eduardo.
Davvero Deludente.
Prosa
Visto il
08-04-2011
al
Politeama Genovese
di Genova
(GE)