Quello che la Drusilla Foer regala al pubblico è una vita ricca di incontri, di curiose osservazioni e l’inclinazione, manifestata sin dalla giovane età, verso l’universo umano.
Drusilla Foer, conosciuta al grande pubblico grazie alle numerose partecipazioni televisive (Chiambretti Night, Strafactor) e sul grande schermo (Magnifica presenza di Ozpetek), sorprende con Eleganzissima, un one-woman-show da lei scritto e interpretato e sotto la direzione artistica di Franco Godi.
I ricordi in un raffinato viaggio musicale
La scena è nuda. Solo un pianoforte, suonato dal Maestro Loris Di Leo accompagna Drusilla Foer in un viaggio che parte dalla sua infanzia fino ai giorni nostri. Quello che la Foer regala al pubblico è una vita ricca di incontri, di curiose osservazioni e l’inclinazione, manifestata sin dalla giovane età, verso l’universo umano. I suoi ricordi risalgono dalla permanenza a Cuba in età infantile. La famiglia al centro dei suoi continui flashback assume le sembianze di un vecchio e nostalgico vinile dal quale suonano le note indimenticabili napoletane di ‘Vucchella’ e quelle più moderne di Giun Russo ‘Tu si a cchiu bella cosa’.
Per tutta la durata dello spettacolo, Drusilla continua a alimentare il fuoco dell’Arte, a scaldare l’atmosfera di note musicali e vita nomade vissuta attraverso le parole di Luttazzi, Jobim, Whinehouse e Don Backy . Con salti temporali rappresentati dai diversi stili musicali, la divina Foer non lesina in generosità; le pagine del diario della nonna, i suoi anni newyorkesi, gli incontri folli e le delusioni d’amore diventano spunti per humor e poesia malinconica, tenendo il palco e l’attenzione della platea come solo i divi degli anni cinquanta sapevano fare.
Quando finisce lo show, ci si chiede quanto poco di sé abbia raccontato perché la sensazione è che la sua ricchezza artistica non abbia un orizzonte.
La diversità e l’esaltazione dell’universo femminile
Quello che più colpisce di questo recital è la sensibilità con la quale Drusilla mette in luce il tema della diversità, in modo insolito e raffinato. Con estrema eleganza, il diverso assume i contorni di un tessuto familiare che le ha dato l’opportunità di formarsi e manifestarsi nella libertà, nel senso più alto del termine.
Non ci sono slogan, o racconti di battaglie adolescenziali vinte a colpi di ribellione. C’è un’eredità, quella della nonna, un diario e una dedica: ‘sii te. Ciao.’ E grazie a questa naturalezza senza dietrologie, a questi spasmi senza ipocrisia che la donna si forma andando oltre il genere, oltre il limite dato dal corpo.
La sua presenza scenica è un inno costante alla femminilità e un incentivo al suo massimo rispetto, raggiungendo la commozione nell’arrangiamento intimo e struggente di ‘I will survive’, brano che negli anni 70 popolava nelle discoteche e che ha portato al successo Gloria Gaynor. Drusilla ne fa una questione di principio, traendo e trasmettendo la forza che ogni donna è in grado di trovare quando deve dire ‘basta!’.
Solo questo già potrebbe essere più che sufficiente ma quando si stanno per spengere i riflettori, quando tutto sembra finito ecco un ultimo messaggio: ogni essere umano, non deve mai smettere di credere ai propri sogni e alla capacità di costruire un mondo migliore. Drusilla si congeda seduta sul pianoforte accompagnata dal Maestro Di Leo e con incanto, danno vita a ‘Life on Mars’ di David Bowie.