Danza
EMPTY MOVES

Empty Moves: rinnovarsi attraverso l'astrazione

Empty Moves: rinnovarsi attraverso l'astrazione

Angelin Preljocaj , coreografo di origini albanesi attivo in Francia con la compagnia che porta il suo nome, installata al Pavillon Noir di Aix-en-Provence, uno dei leader della danza francese, non potrebbe aver creato un lavoro più insolito e intellettuale, radicalmente diverso da alcuni dei suoi più splendidi balletti precedenti. Empty Moves (parts I, II & III) è una delle sue creazioni più radicali.

Due ragazzi e due ragazze emergono dalle quinte della scena buia, non vi è alcuna decorazione,  i costumi, t-shirt e pantaloncini, sembrano essere abiti indossati in fretta. I danzatori iniziano a riscaldarsi come gli atleti prima di una gara. Per tutto il tempo la colonna sonora riflette la crescente esasperazione degli italiani che nel 1977 ascoltavano le parole senza senso di John Cage. Da questo incipit la coreografia evolve per circa due ore, intercalandosi nei tre movimenti senza soluzione di continuità.

Empty Moves non presenta spunti narrativi ma è un lavoro intimo e astratto realizzato nell’arco di un decennio, dal 2004 e 2007 fina alla terza parte del 2014. Coreografato su Empty Words di John Cage, opera a sua volta ispirata al saggio di Henry David Thoreau Disobbedienza civile (1948), la creazione ricalca la contestata performance di Cage al Teatro Lirico di Milano nel 1977, la cui registrazione ingloba anche le reazioni pesanti e ostili degli spettatori dell’epoca.  Preljocaj sottende alla danza questo materiale sonoro, e  affronta la pura ricerca dell’essenza del movimento e della sua precisione estetica. Il movimento gioca con la velocità e il ralenti, dimostrando come i corpi possano riempire di sensualità il vuoto della scena e delle parole. Lo stato del corpo dei danzatori che si modifica lega la prima, la seconda e la terza parte. Le tre parti, che si ripetono con qualche variante, si riconoscono per l’identico inizio. 

In Empty Moves Preljocaj gioca sulla costruzione e sulla decostruzione degli schemi coreografici, cercando il modo in cui sviluppare il distanziamento, la disgregazione del movimento. Una nuova articolazione della frase coreografica domina sul senso e sull’essenza dei movimenti,  avvicinando questa coreografia al testo di Henry David Thoreau e al materiale sonoro di John Cage. L’armonia dei movimenti è in contrasto con la disarmonia delle voci fuori campo, estrae dal movimento coreografico un segno, cioè fa del puro astrattismo, rifiutandosi di significare. Questo è il Preljocaj assertivo, che mostra il piacere del contatto ludico tra i corpi, del ripetersi speculare di ogni movimento.
Il pubblico presente in sala ha reagito con attenzione e partecipazione.

Visto il 18-11-2016