Prosa
THE END

Un grido di vita in The end dei Babilonia Teatri

Un grido di vita in The end dei Babilonia Teatri

Un lungo monologo tra la vita e la morte, una scena spoglia e un grande crocifisso appeso, tra due teste di animali mozzati. Gesù, come spiega il regista Enrico Castellani, vuole essere simbolo della cultura attuale, rappresentare la sacralità della morte e suscitare nello spettatore un senso di violenza e allo stesso tempo di pietà. Una messinscena formata da tanti monologhi, tutti interpretati dalla bravissima Valeria Raimondi, che hanno lo scopo di aprire lo sguardo a diverse riflessioni sul tema della morte e lasciare libertà di interpretazione da parte del pubblico.
Vuole essere uno spettacolo al confine tra teatro e vita, non solo nei temi ma anche nelle sue forme, come l’uso del dialetto veneto o la comparsa, in chiusura, di un bambino vero in scena, simbolo di autenticità e specchio di una nuova vita.
Un testo molto forte e capace di accendere riflessioni attuali, inoltre, vincitore del Premio Ubu 2011 come migliore novità italiana/ricerca drammaturgica. Quello che emerge è la volontà, da parte della compagnia Babilonia Teatri, di voler ridare dignità alla morte, di volerla affrontare come parte naturale della vita dell’uomo, di cui nessuno dovrebbe averne paura. Vita e morte fanno parte di ogni uno di noi e nessuno dovrebbe “vivere la morte come un corpo estraneo. Violento. Traumatico” come spiega la stessa compagnia.
 

Visto il 10-03-2012
al Astra di Vicenza (VI)