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Sulla scena del crimine lo spettatore si trasforma

Sulla scena del crimine lo spettatore si trasforma

Si invertono i ruoli e gli spettatori diventano attori scelti non a caso nella recita a cui assistiamo. I I ruoli di comparse – protagonisti vengono assegnati agli addetti ai lavori presenti la sera della rappresentazione. Sono giornalisti critici presenti nel foyer della sala. Ma questo è un dettaglio trascurabile. Meglio partire dagli elementi drammaturgici e organizzativi della messa in scena: il ribaltamento dei ruoli dove l'attore e lo spettatore si scambiano le parti. Fin qui nulla di originale. Cose già viste. Il pubblico coinvolto con una serie di domande poste con un certo imperio, difficile quindi evitarle. L'azione perfomativa estemporanea viene filmata e riproposta al termine. Prima si materializza, viene filmata e alla fine proiettata al pubblico e al gruppo di attori per caso (bendati a cui viene fatto indossare maschere grottesche di animali), una volta liberati dalla cecità provvisoria viene offerta la possibilità di rivedersi. Emozioni vissute in scena. Emozioni riviste dopo. Un meccanismo che rimescola tutto: realtà e finzione, l'una va a sostituirsi all'altra. Una moviola di azioni che scorre e si riavvolge con un inizio e una fine per ritornare al principio, all'inizio di tutto. Scene brevi veloci , intervallate da spezzoni di immagini televisive, notizie di cronaca nera, delitti, terrorismo, spari, sirene, omicidi, stragi. Il catalogo delle azioni più abiette che l'uomo possa e può fare. Gli attori/cavie sono manichini inerti mossi come pedine sulla scacchiera e si identificano nella trama in realtà non strutturata. Una recita a soggetto su canovaccio. L'ambiguità è nel fare qualcosa di cui tu non sei consapevole. La mano del conduttore/autore e regista ti porta a creare qualcosa di cui tu non sei padrone. Il pubblico diventa il coro greco. Una sorta di tribunale inquisitore al quale è stato dato il compito di interrogare i dieci uomini/burattini in scena: “Avete mai desiderato di far morire qualcuno? Avete mai tradito il vostro partner?” e via dicendo. Le risposte saranno sincere o false? Quello che sta accadendo è realtà o finzione. Dove finisce il reale e inizia il virtuale? Non c'è risposta. Un esperimento interessante con spunti decisamente innovativi. Forse un genere di teatro – performance più da laboratorio che messa in scena per un pubblico, il quale è costretto (ma fa parte del gioco) ad assistere, come in un gioco di specchi, alle due versioni e si sente preso in causa.

Visto il
al Astra di Vicenza (VI)