All'interno del ricco e articolato programma di Aperto Festival, venerdì 11 novembre 2016 si è esibito al teatro Ariosto di Reggio Emilia un nuovo e originale progetto che coniuga jazz e musica elettronica, ovvero l'incontro tra Enrico Rava, Matthew Herbert e Giovanni Guidi, tre forti personalità leader nel jazz e nella musica elettronica. Da una parte uno dei decani del jazz italiano, il trombettista Enrico Rava, maestro inconfondibile, che, sulla scena dagli anni 60, ha attraversato tutti gli stili moderni, ricercatore instancabile, scopritore di alcuni dei più grandi talenti odierni del jazz italiano, tra cui anche il giovane pianista Giovanni Guidi, che ha fatto parte della Rava New Generation ed è ormai leader riconosciuto internazionalmente, diventato leader nella prestigiosa ECM records, il punto di arrivo del jazz più sofisticato e prezioso. A questa coppia abituata a suonare assieme da anni si affianca uno dei maestri della scena elettronica creativa degli ultimi anni, l'inglese Matthew Herbert, che in vent’anni d’incessante attività si è distinto per la capacità di spaziare in più ambiti nel campo della musica sintetica, dal nu-jazz della sua “Big Band”, a guizzi dance, all' isolazionismo cibernetico o a ballate digitali e rielaborazioni classiche con il suo progetto "Recomposed".
L'incontro tra i tre musicisti è nato da una idea scaturita ad un festival di musica elettronica, ma il connubio tra jazz ed elettronica da anni è una carta vincente giocata con successo già da molti musicisti e anche Italia un altro decano del jazz come il pianista Franco D'Andrea ha cavalcato con successo la nuova onda con il suo progetto Electric Tree. Per Rava è stato dunque facile inserirsi in questa nuova avventura, come sempre alla ricerca di novità e perfettamente a suo agio nell'interazione con i suoni sintetici, come afferma lui stesso: " È come suonare con un pianista, che mi dà stimoli inusuali, sorprese, che mi coinvolge in cose mai fatte prima, mettendomi però completamente a mio agio, come non avessi suonato altro tutta la vita. Un interplay portato alle estreme conseguenze, forgiato in suoni molto belli, difficili da ottenere in sala con normali amplificazioni, e possibili solamente con un altissimo livello conoscenza"
Nella serata i tre musicisti hanno interagito in totale improvvisazione. I brani non sono mai provati prima e sono frutto delle note create da piano e tromba, mentre Herbert utilizza le manipolazioni elettroniche in tempo reale, processando le note della tromba e intessendo a momenti un tappeto sonoro morbido, poi intervenendo con suoni metallici, rumori e interferenze dissonanti, in un continuo gioco tra caos e ordine. Rava ci mette le sue tipiche note, ora melodiche, ora acute e frenetiche, mentre Guidi fa da collante con un pianismo sia melodico che percussivo, rapidissimo, fino ad usare la cassa del piano come vero strumento percussivo. Un concerto con mille sfaccettature, tra puro jazz di improvvisazione e melodie delicate, con alcune scollature quando a volte la coesione tra i tre non era perfetta. A tratti infatti si è avuta l'impressione che il meccanismo non funzionasse perfettamente, lasciando la tromba a dialogare con sé stessa in un solipsismo sterile, mentre i suoni elettronici andavano da altre parti, senza un vero contatto.
Si è arrivati comunque ad un finale morbido e avvolgente, intenso e fortemente emotivo che ha rimesso d'accordo tutti.
Musica
ENRICO RAVA - MATTHEW HERBERT - GIOVANNI GUIDI
Jazz ed elettronica, connubio difficile.
Visto il
11-11-2016
al
Ariosto
di Reggio Emilia
(RE)