Assassino o angelo? Il passo è breve. Quando c'è di mezzo il pettegolezzo tutto è possibile. Il testo non è male, discretamente vivace e scorrevole. Eppure manca qualcosa, quel “quid” che possa convincere lo spettatore. Felice sposo, spassosa commedia firmata Scarpetta, gioca su equivoci e scambi di persona come prevedibile. Un lavoro che va avanti senza particolari sorprese. Segue un po’ il percorso già tracciato, volto a far trascorre una serata piacevole al pubblico.
L'omonimia tira un brutto scherzo al neosposo protagonista della tragicomica vicenda. E’ così che per qualche strano caso un uomo innocente viene creduto “un birbante”. Interpretazione supportata da qualche guizzo. Una verve associata all’abilità comunicativa, alla capacità di caratterizzare i personaggi portati in scena; fisicamente ben delineati questi ultimi sono di certo sopra le righe, perfettamente consoni ad una storia paradossale Sono degli sprazzi che riescono a strappare il sorriso, rompendo un ritmo non particolarmente coinvolgente, appesantito a tratti. La scenografia sicuramente denota e stile e cura: non eccessiva e ampia, consente agli attori di gestire al meglio lo spazio a disposizione, cosa particolarmente rilevante vista la gestualità che viene messa in campo. Il tutto trova sbocco in un finale che, come da prassi nelle opere “scarpettiane”, chiarisce ogni situazione.
Teatro Bolivar - Napoli, 17 aprile 2009
Visto il
al
Bolivar
di Napoli
(NA)