Nasce come un bel film, alla fine degli anni 80, in cui sei formidabili attrici riempirono lo schermo e lo spirito con le loro storie delicate e coraggiose. In ossequio a quella felice operazione cinematografica e artistica, Claudio Insegno ha ricomposto parte del cast del suo “Otto donne e un mistero” per far rivivere le vicende di Shelby e sua madre M’Lynn, di Claire, Truvy, Annelle e Ouiser, rispettando in tutto e per tutto nomi e ambientazioni americane.
Intorno a loro prende dunque vita una scenografia che basa buona parte dell’azione scenica nel negozio da parrucchiera di Truvy, da cui i sei “fiori” entrano ed escono, così come prendono e lasciano pettegolezzi, litigi, risa e depressioni in mezzo alle gioie e alle tragedie delle loro vite.
L’analogia con il film e con la sua storia tuttavia finisce qui, perché il regista, più o meno coscientemente, si è trovato infine a raccontare una storia un po’ più banale e meno accattivante, in quella che in tutto e per tutto doveva porsi essenzialmente come commedia drammatica, intelligente e raffinata. Qui però il gruppo delle sei donne, dei “fiori d’acciaio”, così pronte a fare corpo contro tutto il resto del mondo, si è in realtà sfaldato in sei interpretazioni singole, che tanto quanto funzionano prese da sole – tutte convincenti e in parte le attrici, con menzione speciale per l’impeccabile prova di Caterina Costantini, protagonista di uno straziante monologo finale – tanto mancano di convinzione e omogeneità nel loro insieme, sia pure nella loro indiscussa matrice comica.
La sensazione dunque è quella di assistere a uno spettacolo condotto più dalle attrici che dal regista, il quale pecca di eccessiva invisibilità, trattando in maniera superficiale argomenti scottanti quali matrimonio e riproduzione, eutanasia e fede, a favore di elementi più smaccatamente comici, ma non per questo sufficienti a creare un sottofondo solido di emozioni e significati che giustifichino la propensione al pettegolezzo delle protagoniste della pièce, che ne risulta così appiattita e privata del suo originario mordente.
Roma, 31 marzo 2009
Teatro Vittoria
Visto il
al
Vittoria
di Roma
(RM)