Musical e varietà
FLASHDANCE - IL MUSICAL

Flashdance: la voglia di farcela (senza emozione)

Flashdance: la voglia di farcela (senza emozione)

Dagli stessi produttori di La Bella e la Bestia e Mamma Mia! arriva in Italia (in contemporanea con il West End, dove resterà in scena fino al 15 gennaio 2011) il musical Flashdance, ispirato all’omonimo film del 1983.

Energia senza emozione
In generale, lo spettacolo rappresenta effettivamente il trionfo della musica e della danza Anni Ottanta: la traduzione, l’adattamento del testo e delle liriche in italiano si devono a Franco Travaglio, che è riuscito nell’intento di rendere nella nostra lingua il ritmo e l’energia di una colonna sonora evergreen, che comprende successi intramontabili come What a Feeling, Maniac, Manhunt e Gloria (e la scelta di mantenere in parte in lingua originale alcuni refrain, dopotutto, si amalgama bene con il resto dello spettacolo).
Non si può negare che sul palcoscenico tutti i performer si muovano parecchio, ma questa energia sembra riuscire a fatica a raggiungere il pubblico, che comunque apprezza lo spettacolo e le performances degli interpreti. Parafrasando la traduzione italiana di What a Feeling, si potrebbe dire che “l’emozione in tutti i tuoi sensi” è forse l’elemento di cui si percepisce ancora la mancanza.

Una regia dinamica non basta
La regia di Federico Bellone (con la supervisione artistica di Glenn Casale) tende al massimo dinamismo, anche se l’obiettivo non è ancora centrato in pieno; basterebbe che tutti quanti si sciogliessero un pochino di più, come già è in grado di fare molto bene Giada D’Auria nei panni di Gloria; tuttavia, la sua interpretazione del brano omonimo (intramontabile successo di Umberto Tozzi, ritradotto per il palcoscenico dalla versione inglese)  tende all’eccesso ed è quasi “urlata”.

I protagonisti e l'allestimento
E forse Gloria incarna quel desiderio di riuscire e quella voglia di riscatto, ancora più della protagonista, Alex Owens: una Simona Samarelli perfettamente calata nel suo ruolo, a livello di recitazione; sul palco si muove con impegno, ma non sprigiona il necessario potenziale di energia e, vocalmente, ricorda ancora troppo la Sandy “acqua e sapone” di Grease.
Barbara Corradini, nel ruolo di Hannah Owens, madre di Alex (anche regista residente dello spettacolo) è probabilmente il personaggio più ricco di sfumature dello spettacolo. Si fa nuovamente notare anche Massimiliano Pironti, qui nei panni dello spiantato Jimmy Kaminsky, emblema (negativo) di chi non si arrende mai: rispetto ad altre interpretazioni, questa è un’occasione da sfruttare al massimo per poter continuare a valorizzarsi. Giada D’Auria, Chiara Vecchi e Daniela Pobega rappresentano di fatto il carburante canoro dello show: graffianti, ironiche ed esuberanti nella voce e nelle movenze.
Ultimo, ma non certo per importanza, il protagonista maschile: Filippo Strocchi, nel ruolo di Nick Hurley, che dopo l’esperienza tedesca con il musical Wicked, torna in Italia in un ruolo che sicuramente gli porterà grandi soddisfazioni.
Le scene di Alessandro Camera riproducono in modo essenziale, ma curato nei dettagli, l’ambientazione di Pittsburgh in stile Anni Ottanta. La supervisione musicale è di Simone Manfredini, mentre la direzione dell’orchestra dal vivo (che campeggia a fine spettacolo “sospesa” sul palcoscenico) è affidata a Valeriano Chiaravalle.

Flashdance è la prima produzione Stage Entertainment che, grazie alla consulenza organizzativa di Compagnia della Rancia, effettuerà un tour che toccherà i principali teatri italiani, concludendosi a Roma nel maggio 2011.
 

Visto il 10-12-2010
al Repower di Assago (MI)