Musical e varietà
FRANKENSTEIN JUNIOR

Frankenstein Junior… lo spettacolo è "uluqui"!

Frankenstein Junior… lo spettacolo è "uluqui"!

Basta solo nominare Frankenstein Junior (Young Frankenstein) e quasi per tutti è sorriso, incontrollato e inevitabile: la mente accende le lampadine della memoria e illumina battute e gag storiche, divenute fondamenti di una comicità assoluta e ormai gergale, nota ai più attempati come alle giovani generazioni. Chi non ricorda il gobbo Igor, o Aigor come egli stesso precisa, indicare il castello e pronunciare l’ormai la leggendaria battuta “lupo ululà, castello ululì”? Beh, finalmente, grazie alla Compagnia della Rancia, oggi lo spettacolo è 'uluqui'!
Il sarcasmo arguto del genio Mel Brooks ha fatto della pellicola del 74 un cult della cine-comicità, tra le cento migliori commedie americane di tutti i tempi, oggi ancora al top delle vendite di film in DVD. Pochi sanno che dal film, parodia del celebre Frankenstein di Mary Shelley intrisa di atmosfere da pellicola in bianco e nero, lo stesso Mel Brooks, insieme al fedele Thomas Meehan, trasse un altrettanto fortunato musical in cui alcune scene e gag diventano canzoni, su musiche e testi dello stesso Brooks. Il fortunato spettacolo,  dopo il debutto nel 2007 e circa cinquecento repliche totalizzate fino al 2009, ha iniziato i suoi tour americani, con cast rinnovati, nel 2010 e poi nel 2011.
Date le premesse, l’impresa di tradurre questo cult in italiano poteva apparire titanica e rischiosa, ma la celeberrima Compagnia della Rancia, che notoriamente ama le sfide, ha voluto investire in  una nuova avventura in musical… e ancora una volta ha vinto la scommessa!
Saverio Marconi ha brillantemente tradotto e adattato il copione originale, ripercorrendo del  film battute (che il pubblico spesso anticipa con gusto) e atmosfere, in un allestimento “in bianco e nero” assolutamente impeccabile. La regia, firmata a quattro mani con Marco Iacomelli (regista associato), regala il sarcastico divertissement dell’indimenticabile pellicola, arricchito da canzoni e coreografie che in alcuni momenti rapiscono letteralmente il pubblico, complice l’indovinata e ‘intonata’ traduzione italiana di Franco Travaglio.
Un plauso alla regia anche per l'eccellente cast, che non delude in nessuna delle scelte, a cominciare da uno strepitoso Giampiero Ingrassia, a suo agio nella recitazione come nel canto che, da “La piccola bottega degli orrori” passando per “Grease”, è approdato a questa nuova prova dopo aver affinato le sue doti d’attore dalla bella vocalità. Ingrassia affronta un personaggio comico ma insidioso, non fosse altro per gli inevitabili confronti, con l’aplombe di un attore consumato e misurato, tratteggiando con sagacia, ironia e bravura il suo personalissimo Frederick, nipote del dottor von Frankenstein, e regalandoci un protagonista a tutto tondo che miete consensi.
Mauro Simone è uno strepitoso Igor, il servitore dalla gobba misteriosamente e comicamente ‘mobile’,  che nulla ci fa invidiare dell’interpretazione del geniale Marty Feldman. Straordinarie le tre donne dello spettacolo. Giulia Ottonello, dall’ugola eccezionale e dall’indiscusso talento comico, veste i panni di una cartoonesca Elizabeth, fidanzata di Frederick; bravissima Altea Russo, cupa e farsesca nel ruolo della misteriosa Frau Blücher, al cui nome fa eco il nitrito dei cavalli,  misteriosa governante del castello di cui serba i segreti, che esplodono con seducente ironia quando intona “Era il mio Boyfriend” a cavalcioni di una sedia; non da meno la Inga interpretata da Valentina Gullace, spassosissima e procace assistente del dottor Frankenstein, che canta, danza e recita con grande maestria, fare ammiccante e comico accento ‘tetesco’. A completare il cast personaggi di contorno che vantano interpreti di tutto rispetto e di riconosciuto talento come Davide Nebbia, l’eremita cieco, che sfoggia una voce non da poco nell’esecuzione di “Qualcuno”, o la Creatura del bravissimo Fabrizio Corucci, che con l’evolvere della vicenda cambia i mugolii in canto... e che canto! C’è poi l’ispettore Kemp dell’abile Felice Casciano, e i bravi Roberto Colombo, nei panni del dottor Frankenstein nonno, e Michele Renzullo in quelli del pazzo del villaggio.
Uno spettacolo corale, che gode della magia di un testo sagace, una regia inappuntabile e un cast d’eccezione. Certamente Frankenstein Junior non sarebbe il successo che è senza le straordinarie scene di Gabriele Moreschi, dalle sorprendenti mutazioni, i bellissimi costumi di Carla Accoramboni, il trucco e parrucco di Antonella Marinuzzi e le avvincenti coreografie di Gillian Bruce. Non trascurabile il lavoro di tutti coloro (non pochi) che in sinergico impegno contribuiscono a far funzionare questa complessa macchina dei sogni, permettendo al pubblico di godere di uno spettacolo ineccepibile, che seduce e diverte dal preludio ai coreografati e ammiccanti saluti finali… che avremmo voluto il pubblico della prima si godesse di più, trattenendosi qualche minuto oltre il finale, nel rispetto del lavoro faticoso e formidabile di una compagnia che vince a pieni voti questa sua nuova sfida.

Visto il 15-02-2013
al Augusteo di Napoli (NA)