Musica di Gustav Mahler, coreografia di Maurice Béjart, superba interpretazione di Roberto Bolle e Massimo Murru che alla Scala di Milano per due serate intitolate “Gala des ètoiles” hanno interpretato in “Chant du compagnon errant”, quelli che furono i ruoli di due grandi ballerini che hanno fatto la storia della danza, ovvero Rudolf Nureyev e Paolo Bortoluzzi.
Era il 1971 quando a Bruxelles ci fu la prima messinscena creata per il “Ballet du XX siecle” e la coppia scaligera formata da Bolle e Murru, non ha di certo deluso le aspettative ed è stata accolta dal pubblico con una calorosa ovazione. Un passo a due in cui le due figure maschili, Bolle inguainato in una calzamaglia di colore rosso porpora e Murru in grigio perla, hanno dato vita ad un duetto in cui lo stesso Bejart intendeva mettere a confronto due diversi temperamenti, in una sorta di sdoppiamento della personalità in cui, probabilmente in forma autobiografica, lo stesso coreografo voleva parlare di se stesso e di come l’uomo debba spesso combattere contro due diversi modi di affrontare la vita. Da un lato la forza e la certezza di seguire una strada ben definita e dall’altra il dubbio e la continua ricerca verso qualcosa di nuovo. Sicurezza e incertezza, forza e debolezza, romanticismo e materialismo, sentimentalismo e distacco, i due personaggi rappresentano l’uno il contrario dell’altro e in questa differenza cercano di individuare dei punti in comune alla ricerca di una danza che possa giungere ad una possibilità di comunicazione tra due diverse polarità. E le due forti personalità di Roberto Bolle e Massimo Murru hanno saputo trovare nelle loro individualità artistiche diverse, una forza espressiva di grande impatto emotivo.
Un galà, come è noto, è una carrellata per mostrare i grandi talenti della danza e il palcoscenico scaligero ha avuto modo di ospitare, in occasione anche dei festeggiamenti della “Giornata Internazionale della Danza” nel corso di due serate tenute il 27 a e il 29 aprile 2011, un cast di artisti scaligeri italiani ma anche stranieri che possono sicuramente essere considerati“la crème de la crème” della danza internazionale. I
In “Spectre de la rose” per esempio, celebre coreografia di Michail Fokine su musiche di Weber e storici costumi di Bakst il giovane e talentuoso Claudio Coviello, dotato di una tecnica impeccabile e di una armonia di movimenti che nel balletto mettono in evidenza soprattutto la morbidezza delle braccia in contrapposizione con la potenza muscolare, ha interpretato il ruolo che fu del grande Vaslav Nijunsky mentre la lunare Antonella Albano il ruolo che fu di Tamara Karsavina. La coppia di giovani ballerini ha fatto rivivere il mito dei Ballets Russes, quando “al levarsi del sipario una giovane, rientrata da un ballo e vinta dalla stanchezza, si addormenta sulla poltrona e nel sogno la rosa che tiene tra le mani, diventa un genio chele prodiga carezze e sparisce all’alba”.
Applausi a scena aperta per il guizzante Federico Fresi che ha stupito il pubblico per il suoi grandi salti e per la brillante Alessandra Vassallo, entrambi ballerini scaligeri, nei panni di “Diana e Atteone”, il famoso “pas de deux”creato da Marius Petipa su musiche di Cesare Pugni nel 1868 al Teatro Bolshoi e che fu poi rimaneggiato da Agrippina Vaganova e che a tutt’oggi è nel repertorio delle maggiori compagnie.
Eris Nehza e Gilda Gelati hanno invece fatto rivivere con la loro sensibile interpretazione la struggente storia d’amore de “L’histoire de Manon”di Kenneth Mac Millan su musiche di Massenet mentre l’affiatatissima coppia di ballerini francesi dell’Opera di Parigi formata da Hervè Moraeu e Agnes Letestu hanno danzato la “Cenerentola” nella originale versione creata da Rudolf Nureyev nel 1986 a Parigi per il Ballet du Theatre National de l’Opera.
Il passo a due finale dell’”Onegin” di Jhon Cranko, già rappresentato in edizione integrale alla Scala poco tempo fa, è stato proposto ancora da Massimo Murru Onegin e Emanuela Montanari Tatiana, i quali hanno dato vita ad uno dei momenti più belli di questo balletto in cui Tatiana, pur lottando ancora dopo anni contro i suoi sentimenti, straccia la lettera in cui Onegin le manifestava ancora il suo amore.
Gli ottimi Mick Zeni e Antonino Sutera sono stati invece gli interpreti di “Proust ou les intermittences du coeur” che Roland Petit dedicò a Marcel Proust mentre Gabriele Corrado e Marta Romagna sono stati i seducenti protagonisti dell’ultima nuova produzione della Scala intitolata “L’altro Casanova” con la coreografia di Gianluca Schiavoni.
Altri applauditissimi ospiti della serata sono stati i virtuosistici danzatori russi amatissimi dal pubblico della Scala Leonid Sarafanov e Olesia Novikova interpreti di “Ciaikowskij pas de deux”mentre un’altra chicca della serata del “Galà des etoilès” è stato Friedmann Vogel dello Stuttgarter Ballet che con il suo assolo “Mopey “ di Marco Goecke ha stupito gli spettatori con le sorprendenti vibrazioni muscolari del suo torso nudo e della sua schiena.
Il programma si è concluso con l’intensa interpretazione di Roberto Bolle di un estratto dal balletto “Orpheus” di Jhon Neumaier sinora mai interpretato alla Scala. L’Orfeo di Neumeier fa danzare Bolle per quasi tutto il tempo indossando un paio di occhiali scuri perché, come racconta il mito, pur avendo riottenuto Euridice Helene Bouschet, non dovrà mai guardarla, ma la sua impulsività lo porterà a non resistere all’imposizione e a cedere alla tentazione.
Teatro alla Scala 27 e 29 aprile 2011 ore 20