Lo spettacolo di Tindaro Granata arriva dritto al cuore, di una sincerità disarmante, diretto, misurato e coinvolgente, che emoziona e fa pensare, senza mai cadere in facili patetismi.
Terzo lavoro scritto e diretto dall’attore e autore siciliano Tindaro Granata - dopo Antropolaroid e Invidiatemi come io invidio voi, Geppetto e Geppetto è il capitolo conclusivo della Trilogia della Famiglia: uno spettacolo che arriva dritto al cuore, di una sincerità disarmante, diretto, misurato e coinvolgente, che emoziona e fa pensare, senza mai cadere in facili patetismi. Al centro della ricerca drammaturgia di Granata c’è la famiglia, declinata in tutti modi possibili e conosciuti, e le dinamiche relazionali che in essa si creano e si sviluppano.
La famiglia contemporanea tra “stepchild adoption” e “uteri in affitto”
La pièce ridisegna con semplicità e immediatezza l’immaginario della famiglia contemporanea, indagandone le peculiarità e le contraddizioni con garbo, ironia e leggerezza “calviniana”. Lo spettacolo, vincitore del Premio Ubu 2016 come Nuovo Progetto Drammaturgico, entra nel vivo del delicato ed attuale dibattito relativo alla “stepchild adoption” e agli “uteri in affitto”, affrontando la spinosa questione in maniera diretta e non faziosa. Qui l’autore siciliano non affronta solo l’amore omosessuale tra due uomini, ma anche il loro complesso e non facile percorso verso la paternità con estrema sensibilità e senso pratico.
Tutte le famiglie felici si assomigliano fra loro, ogni famiglia è infelice a suo modo
La felicità di una famiglia dipende da un equilibrio delicato delle parti, un’armonia che è difficile da mantenere, ma facile da rompere. Le dinamiche messe in scena e descritte nello spettacolo sono di fatto dinamiche note a tutti, la tipica relazione conflittuale con la figura paterna o materna, fatta di un sentimento che oscilla tra il profondo amore e il più sentito odio, di scontri accesi, litigate furiose, porte che sbattono, cattiverie che sfuggono nei momenti di rabbia e amore profondo e silenzioso.
Bisogna farsi domande, non dare risposte
Lo spettacolo non vuole essere un manifesto politico o uno spot pubblicitario che sponsorizza una posizione piuttosto che un’altra, cerca invece di evitare ogni tipo di forzatura dimostrativa, e indaga con rispetto e onestà intellettuale ogni aspetto della controversa questione, per dare voce a ogni pensiero e posizione. Si impegna a smontare sia la morale conservatrice che quella progressista, mostrando con ironia e acume i limiti e le contraddizioni insite in entrambe. L’intenzione è scuotere le coscienze e far riflettere su una problematica che di fatto ci riguarda tutti, a prescindere dall’orientamento sessuale, e lo fa trattando la vicenda fuori da stereotipi geografici o ideologici.
Un cast in stato di grazia
Gli interpreti sono convincenti, generosi, umani e veri: un cast affiatato e di talento, che regala una performance vibrante, intensa, toccante e di forte impatto emotivo, in grado di restituire la complessità della parola scritta e dei rapporti intimi e personali in essere tra i personaggi con genuino e travolgente entusiasmo. Dramma e narrazione si alternano sapientemente, creando un “meccanismo” scenico e drammaturgico efficace e funzionale.
All you need is LOVE
Geppetto e Geppetto è in fondo una semplice storia d’amore, senza effetti speciali, fatta di momenti felici, emozioni forti e momenti difficili e dolorosi, che la rendono unica come solo le storie d’amore possono essere. Forse la risposta a tutte le domande e tutti i problemi è proprio l’amore - in tutte le sue sfaccettature, protagonista incontrastato dello spettacolo, che muove ogni personaggio, ogni azione e reazione, ogni decisione: come ripete spesso Luca “Se ci sarebbe più amore” e come riprende Matteo alla fine “Se ci fosse più amore”, forse ci sarebbero meno problemi, meno incomprensioni, meno odio, chissà. L’amore tra un genitore e il proprio figlio è il più grande, puro e forte sentimento che esista, un legame in grado di sfidare il tempo e lo spazio: è la storia d’amore più importante della vita di ognuno di noi, l’unica che non finisce mai.