Danza
GISELLE

Una Giselle "sovversiva" con Osipova e Poulin

Una Giselle "sovversiva" con Osipova e Poulin

Una coppia quasi “ sovversiva” quella vista alla Scala il 10 e l’11 aprile, in occasione di due repliche straordinarie di "Giselle" che hanno fatto seguito a quelle con Bolle e  Zakarowa.

La coppia in questione era quella formata da Natalia Osipova , che ha lasciato il Bolshoi per andare al Royal Ballet per danzare il repertorio classico in modo diverso e più moderno e da Sergei Polunin. Lui in particolare per la prima volta in Scala, stella ucraina del Royal Ballet, arrivato in sostituzione di David Halberg e accolto con ovazioni dal pubblico scaligero insieme ad Osipova.

Dunque, come si suol dire, “non tutti i mali vengono per nuocere”, perché assistere alla loro interpretazione di “Giselle” vuol dire comprendere come oggi le cose stiano cambiando veramente nel mondo della danza classica. Nel senso che danzatori di nuova generazione come questi riescono ad attualizzare i grandi classici del repertorio rendendoli contemporanei. Poulin è conosciuto come il “bad boy” della danza classica non solo perché al culmine della sua carriera ovvero a 22 anni, ha abbandonato la compagnia del Royal Ballet, ma anche perché, come faceva Nureyev, è un anticonformista.

Come per esempio quella che impedirebbe a un danzatore classico di farsi dei tatuaggi. Lui per esempio è pieno: un joker sul bicipite sinistro, un aquila a due teste della bandiera russa sul dorso della mano destra. E chissà quanti ne verranno ancora. Capelli lunghi che sfioravano le spalle, dal costume del principe Albrecht i tatuaggi non si vedevano ma in ogni caso il suo fascino seducente ben si addiceva al ruolo del principe doppiogiochista che illude la contadinella Giselle sotto falso nome e la fa innamorare per poi abbandonarla.

Nel vedere la Osipova nella scena della pantomima della margherita nella quale la fanciulla, seduta su una panca, sfoglia i petali nel rituale del “m’ama, non m’ama”, non si può non ricordare Carla Fracci della quale Osipova ha metabolizzato sicuramente l’intensità espressiva sia nella parte innocente ed infantile del primo atto, dove esprime la gioia di vivere e la fase dell’innamoramento sul famoso tema musicale di Adolphe Adam con i noti pas ballonès e ballottès, che nel momento della pazzia. E’ qui che l’intensità drammatica di Natalia Osipova raggiunge la sua massima espressione. I movimenti diventano moti interiori, ogni gesto diventa la visualizzazione di emozioni e sentimenti. Nel secondo atto, quello delle Willy e del ballet blanc entrambe le etoile, così come il corpo di ballo, danno una grande prova di perfezione tecnica ed interpretativa. Osipova salta e si libra nell’aria con una energia che coniuga dinamica e astrattismo nello stesso tempo, mentre Polunin  si lascia trascinare dalle Willi nel vortice di una danza di morte, tra stordimento e consapevolezza.

Visto il 10-04-2015
al Teatro Alla Scala di Milano (MI)