GL'INNAMORATI

Amorevoli baruffe

Amorevoli baruffe

La comparazione fra sentimento amoroso e una campagna militare non è un'idea nuova. E tuttavia la rilettura portata in scena da Elena Cotugno e Gianpiero Borgia ha il pregio di non cadere mai nel cliché della conquista del cuore del partner. Nella guerra fra Eugenia e Fulgenzio non ci sono vincitori né vinti, perché è proprio il farsi la guerra la loro personalissima versione di una grande storia d'amore.


I protagonisti sostengono totalmente in questo pungente passo a due il canovaccio scritto da Goldoni nella seconda metà del XVIII secolo. Cotugno e Borgia sono una coppia attoriale evidentemente affiatata grazie anche al rapporto che li lega nella vita fuori dal teatro. Con disarmante simpatia e bravura, Borgia si cala in più personaggi, riuscendo incredibilmente a dare naturalezza ad ognuno di loro, persino con un peluche a mo' di parrucca in testa.  Il personaggio di Eugenia – una bisbetica che anche la femminista più intransigente riuscirebbe a fatica a difendere – non è certo fra i più comodi da interpretare, eppure la Cotugno dona una benvenuta leggerezza a questa satrapessa dei giorni nostri.


L’adattamento di Fabrizio Sinisi ha il pregio di aver reso più palatabile un intreccio drammaturgico decisamente convenzionale, e tuttavia si situa a metà strada tra la fedeltà al testo goldoniano e una rilettura moderna. I protagonisti si danno del voi e si muovono in una situazione sociale evidentemente settecentesca eppure appaiono in tutto e per tutto una coppia del XXI secolo. Calarli totalmente nella contemporaneità sarebbe stato forse più interessante. Come sarebbe stata più interessante una maggiore sottolineatura degli aspetti più “regionali” di questa riscrittura meridionalista.


La scenografia, e i bellissimi costumi di Giuseppe Avallone, richiamano perfettamente la dualità amore-guerra, senza tuttavia cadere in eccessi che avrebbero appesantito la messa in scena.


E' una commedia che con ironia quasi strizza l'occhio alla psicoanalisi : i due innamorati sono vittime del sentimento che li unisce e li consuma, senza che riescano a trovare una spiegazione per un rapporto che fonde insieme gioia e tormento reciproco, in un continuo di attrazione e repulsione che forse non troverà mai una fine.

Visto il 11-04-2016
al Libero di Milano (MI)