Prosa
GOCCE

Gocce

Gocce

“Ci sono parole, gesti, toni allusivi, offese velate o esplicite che possono umiliare, distruggere lentamente ma in profondità, senza sporcarsi le mani”.
La costante e sottile pressione psicologica che una persona esercita sull'altra è una violenza a tutti gli effetti, anzi ancora più difficile da denunciare perché non riconosciuta, ma non per questo meno violenta. Gocce, lo spettacolo andato in scena al teatro due di Roma dall'8 al 10 novembre  di e con Beatrice Aiello, affronta questo scottante argomento, di cui si parla poco e di cui è difficile parlare. Prima di arrivare all’aggressività fisica, c’è questo tipo di violenza silenziosa, difficile da individuare e denunciare, che si insinua incolore e inodore all’interno dei rapporti.  L'autrice parte da un'esigenza di ricerca e con lucida profondità indaga su cosa scatta nella mente di chi subisce, centellinando ogni singolo e recondito pensiero.  Perché la vittima non denuncia, perché specula sull’ essere stato usato? A volte basta una semplice mancanza di rispetto, menzogne, sarcasmo, sottintesi, umiliazioni sottili, messaggi ambivalenti che creano tensione e mortificazione, senza il coraggio di un conflitto aperto. La vittima non può difendersi perché è paralizzata e la tensione irrompe inesorabilmente, come una goccia che cade sempre nello stesso punto, fino a logorarlo. Talvolta sono donne dalla grande concezione di sé, che si sentono le uniche in grado di comprendere e sopportare. Ne fanno una loro virtù e una missione. Passione, esaltazione, adrenalina, paura e desiderio di autopunizione rappresentano un deterrente efficace per non interrompere questo ciclo. Oggi, questa violenza può essere considerata una forma di  stalking o sindrome del molestatore assilante ed è un reato, entrato a far parte del nostro ordinamento con il decreto legge 23 febbraio 2009, n. 11 convertito in Legge 23 aprile 2009, n. 38.

Visto il 08-11-2011
al Due di Roma (RM)