Alen Bottaini, primo ballerino del “Bayerische Staatsballet” di Monaco di Baviera, ha rievocato l’altra sera al Teatro Smeraldo di Milano il mito del grande Rudolf Nurayev.
Accanto a lui si sono esibiti sul palcoscenico del teatro milanese per la serata organizzata da Luigi Pignotti, che fu amico del ballerino e suo manager in occasioni delle tournèe in Italia alcune coppie di giovani stelle della danza italiana e internazionale tra cui Bianca Assad, Vittorio Galloro, Arianne Lafita e, per gentile concessione del Teatro alla Scala, anche Massimo Garon, Maria Francesca Garritano, Eris Nezha e Petra Conti.
Una serata basata in prevalenza sulla presentazione di alcuni dei passi a due più noti del repertorio classico, soprattutto per la difficoltà tecnica e per i virtuosismi che i danzatori, sia l’uomo che la donna, devono essere in grado di saper affrontare sulla scena. Tra questi il romantico passo a due di “Romeo e Giulietta” in cui i ballerini, oltre ad un particolare affiatamento necessario per il carattere particolarmente romantico del pezzo, devono ottenere un perfetto sincronismo di movimenti durante l’esecuzione delle difficili prese, dei salti e del pirouetees.
Grande atmosfera è riuscito a creare tra il pubblico l’esecuzione del passo a due tratto dal balletto “Spartacus”, uno degli ultimi tra i grandi balletti sovietici eredi della tradizione russa dell’Ottocento. La musica è stata creata da Aram Illich Khachaturian e fu rappresentato per la prima volta nel 1956 in piena guerra fredda.
La star della serata è stata, come del resto era da aspettarselo, Alen Bottaini . Oltre ad aver danzato insieme a Lisa Marie Cullum alcuni dei più celebri passi a due del repertorio tra cui “La Sylphide” e “Don Chisciotte”, due ruoli in cui la grazia e l’armonia della Silfide si alterna al ritmo, la velocità e la potenza muscolare necessaria per danzare il Don Chisciotte, Bottaini ha fatto impazzire il pubblico presentando l’assolo “Les Bourgeois” , basato su una nota canzone di Jaques Brel.
In questo assolo, che fu anche cavallo di battaglia dello stesso Nurayev, Bottain ha dimostrato di sapere avere, oltre che una indiscutibile padronanza tecnica, quelle capacità mimiche, espressive e attoriali che fanno di un danzatore anche un grande animale da palcoscenico.
La serata si era aperta con un video dedicato a Nurayev , con il commento della voce commossa dello stesso Luigi Pignotti-
“Ti sono stato accanto per anni, non potrò mai dimenticarti e oggi siamo qui per far rivivere la tua memoria” ha detto a Pignotti mentre scorrevanole immagini che ripercorrono la vita, quasi romanzesca, di Rudy. La nascita su un treno della transiberiana, la povertà estrema della sua famiglia, gli studi e la carriera al Kirov, la fuga a Parigi, l’incontro con Margot Fonteyn, fino alla malattia e agli ultimi giorni trascorsi sull’Isola di Li Galli, che Rudy aveva acquistato.
Il pubblico ha gradito la serata e tutti i danzatori che hanno partecipato alla rievocazione del mito di Nurayev, ma forse ci si aspettava qualche cosa di più e la serata dava l’impressione di essere stata organizzata un po’ all’ultimo momento.