Musical e varietà
HAPPY DAYS - IL NUOVO MUSICAL

Happy days : divertiamoci riflettendo.

Happy days :  divertiamoci riflettendo.

E' interessante seguire un musical itinerante .
Happy Days è partito in marzo da Milano ,ha toccato varie città italiane con il suo carico di ritmo e tenerezze di una società  di oltre 50 anni fa e stasera è approdato a Livorno .
L'adattamento teatrale  della  mitica  serie televisiva, ambientata nei  favolosi anni Cinquanta, con la famiglia Cunningham, Ralph Malph, Potsie, Chachi e soprattutto Arthur Fonzarelli, per tutti il mitico Fonzie, è tornato  a fare rivivere in scena  un’epoca che oggi ci appare piena di ottimistici segnali disgraziatamente non mantenuti. Anzi , presa come punto fermo  l'atmosfera dinamica , energizzante e molto tranquillizzante  di quel  lontano periodo cristallizzato sulla scena , l'aggravarsi della crisi  finanziaria e quindi sociale che ha colpito l'Italia , l'Europa e gli Stati Uniti scorrono nella mente  dello spettatore con un ritmo più frenetico  del rock.
Non tralasciamo i meriti artistici di questo spettacolo ben fatto e come al solito sapientemente diretto dal regista Saverio Marconi : dopo mesi di tournée  nel rivedere lo spettacolo mi è sembrato di sentire il volume della musica più assordante , una sensazione che ricorda  l'orchestrina che suonava disperata mentre affondava il Titanic.
La sala  del teatro è piena  come è successo in tutte le altre città : pubblico eterogeneo con teste calve e capelli brizzolati accompagnate da un nutrito numero di teenager che ha applaudito e ritmato  le musiche del grande Paul Williams super vitaminizzate dalle voci e gambe dell'intero cast . Evidentemente la popolarità del mitico Fonzie  ha cavalcato i decenni . Naturale per i molti spettatori  in su con gli anni  che hanno avuto modo di ricordare un'epoca passata , quando la  “liretta in tasca “ superava tutte le crisi del mondo con una veloce svalutazione che metteva tutti d'accordo . Ma l'entusiasmo dei giovani nati in prossimità degli anni duemila richiama il desiderio di una società semplice e protettiva che poco  ricorda le promesse del '68 ?
Che tenerezza ! L'accogliente cucina di famiglia  dove Marion Cunningham sforna torte con tale  cipiglio da  mettere in forse il carrierismo rampante delle donne , dove Howard Cunningham  conquista  con una targa l'apprezzamento dell'intera comunità di Milwaukee per avere svolto per anni la sua attività di bottegaio nel negozio di ferramenta  ( i furbettini di quartiere dovevano ancora arrivare ), dove i buoni  sfidano con successo i cattivi ( i Malachi ),dove nel pubblico locale ( Arnold's) non si spaccia droga ma virtuosi consigli !

Applausi a non finire alla fine dello spettacolo e riflessioni  nell'immediato : come sarebbe potuto essere il mondo oggi con quella evoluzione ? Migliore o peggiore ?
Allora stasera ci siamo divertiti  ? Certo ! Ma questo spettacolo fa anche molto riflettere.

 

 

Visto il 30-11-2011
al Goldoni di Livorno (LI)