Danza
HELL

“Come interprete, al di là de…

“Come interprete, al di là de…
“Come interprete, al di là del coinvolgimento fisico e della tecnica, volevo esplorare altre cose, certe forme dell’essere e del danzare. In maniera molto intuitiva pensavo che fosse necessario passare per un côté teatrale, per dare senso al movimento, alla sua natura e alla sua ragion d’essere per trovare una necessità e delle nuove possibilità di stare in scena. Fin dal principio della nostra collaborazione, con Pieter, siamo stati d’accordo nel realizzare degli spettacoli che non fossero legati solo alla danza. A partire dal momento in cui si manifesta, la danza deve creare da sola lo spettacolo. Ed è così che abbiamo sviluppato il nostro lavoro fino ad oggi”. Con queste parole Emio Greco presenta “Hell”. Questo ultimo anno, Emio Greco e Pieter C. Scholten hanno orientato il loro impegno sulla relazione che intercorre tra il loro linguaggio coreografico, così specifico, e il teatro, l’opera e la musica, in particolar modo la musica contemporanea. Hanno concentrato la loro attenzione esclusivamente sul linguaggio del corpo, o meglio, dei corpi. Sono in un certo senso ritornati al punto di partenza della loro collaborazione, senza tuttavia riesumare i loro iniziali lavori. Emio Greco, che può essere ascritto tra i coreografi più originali del momento, fonde elementi classici e contemporanei per forgiare un linguaggio coreografico nuovo. Si interessa in primo luogo al rapporto tra il corpo e lo spirito e non presta alcuna attenzione ai limiti delle possibilità fisiche dei danzatori. Il percorso seguito da questo coreografo è l’immagine della sua danza: estremamente virtuosistica e consapevole, sostenuta da una fisicità che non cessa modificare le sue certezze. Scavando ed esplorando le componenti delle differenti forme d’arte, tendenze e composizioni della danza, porta uno sguardo nuovo ed esamina come tutte queste componenti possano essere decodificate e reinterpretate. Affronta la violenza, la dannazione, la disperazione e la rivolta attraversano questa pièce dalla dinamica implacabile. La scena è un nero palco specchiato in cui campeggia un solo albero dai nodasi rami secchi. Caronte è un robot e l’ingresso degli inferi un doppio arco luminoso. Le luci, da cui parte il movimento di ogni singolo danzatore, sono spot, non asincroni con la danza, e creano un ritmo quasi periodico con la musica e la danza stessa. Emio Greco è riuscito a trasmettere ai suoi interpreti la sua danza eroica, il suo modo di mettere il corpo sotto tensione con una gestualità costruita a quadri. La misteriosa, ellittica gestualità della troupe olandese post-moderna Emio Greco/PC mostra la volontà di ignorare propositi stereotipati, ed ha la capacità di stupire. Hell è un trattato visivo, la coreografia è un susseguirsi di innovazione. Tecnicamente danzatori ruotano il torso, lasciano dondolare e penzolare le braccia, cadono in ginocchio, si allungano senza muovere un muscolo e arrivano agli ultimi 20 minuti di nudo con originalità che ricorda Anna Halprin. E’ una ricerca concentrata sui singoli passi, che permette di considerare in modo nuovo la nostra identità fisica. Questa coreografia smonta e decompone alcune connotazioni e associazioni stabilite attorno al concetto dell’Inferno per acquisire un significato ed una prospettiva nuovi. Greco e Scholten spingono la loro ispirazione al di là della danza, dentro le arti plastiche in senso lato, l’arte teatrale, la musica e la letteratura. La musica è un collage di suoni modesti ed abrasivi a fianco alla conclusiva Sinfonia di Beethoven. Questo spettacolo, decretato migliore spetttacolo straniero nel Giugno 2007, dal ‘Syndicat professionnel de la critique de théâtre, de musique et de danse’, non emoziona, cattura magneticamente La formazione Olandese rappresenta quello che è oggi l’Olanda: al contempo la terra di Rembrandt con una storia e una cultura straordinarie e artisti prestigiosi e un paese sempre all’avanguardia, che non si culla sul suo passato.
Visto il 31-10-2009
al Comunale di Ferrara (FE)