Il Festival MilanOltre si a è aperto nella sala Shakespeare del Teatro Elfo Puccini con uno spettacolo di Susanna Beltrami intitolato “Homesick” che ha visto sul palco danzatori e musicisti milanesi tra cui il compositore, produttore, autore Alberto SimonLuca Favata , in arte Simon Luca, conosciuto soprattutto negli anni Settanta per avere collaborato con gli Stormy Six, Tullio De Piscopo Gianni Morandi e molti altri.
Ciò spiegava forse anche la presenza in sala di Mara Maionchi che con la musica ha molto a che fare e negli ultimi anni anche con al danza, viste le sue recenti frequentazioni televisive nei talent show.
Per quanto riguarda la coreografa Susanna Beltrami autrice di questo spettacolo basato sul tema della nostalgia (ci fanno sapere infatti nelle note di regia che Homesick è il significato più appropriato per tradurre questo termine), si può senza dubbio affermare che la nostalgia in tutto lo spettacolo, emerge eccome.
Non solo per la musica di ieri, e non a caso l’incipit dello spettacolo è con un brano dei Pink Floyd, ma anche per la danza degli anni Settanta e Ottanta, visto e considerato che si ravvisano palesi citazioni alla modern dance americana, alla danza contemporanea di Merce Cunningham e a quella ancora più “classica” di Marta Graham e Alvin Nikolais Tutte tecniche che la Beltrami ha studiato e conosciuto da vicino formandosi proprio negli anni Ottanta a New York. Senza dimenticare poi gli insegnamenti avuti da altri grandi coreografi come Carolyn Carlson e Larrio Ekson dai quali ha saputo trarre ispirazione per creare una sua poetica personale.
Poetica e scrittura coreografica che emerge in questo spettacolo proprio come una continua ricerca nel segno della danza contemporanea, ovvero che vive la quotidianità di oggi da un lato in pieno stato di confusione mentale e fisica, ma dall’altra legata a quella che era stata la danza più tecnica e codificata del passato, compresa quella classica.
Nostalgia dunque per un anima e un corpo che sono in continua ricerca di nuova identità. E proprio Susanna Beltrami, che con la sua Dancehaus ha fatto un punto di riferimento importante per i giovani d’oggi che vogliono cercare una loro nuova identità attraverso al danza, è senza dubbio diventato un punto di riferimento importante non solo per la scena di danza milanese, ma per tutto il territorio nazionale.
La sua collaborazione con MilanOltre, avviata già da qualche anno, sta dunque dando i suoi frutti. La peculiarità di questa sua Homsick è senza dubbio quella di avere dato anima, attraverso citazioni musicali e coreografiche del tempo che fu, a quella che è al ricerca della nuova danza di oggi. Trovare una nuova strada e una identità che possa far danzare i giovani, anche quelli con fisici magari non perfetti, ma in grado di esprimere comunque una loro. All’inizio tutti rigorosamente vestiti di nero, con qualche macchia di grigio, attraversano lentamente il palcoscenico confondendosi con le immagini proiettate tratte dalle scene del film di prossima uscita “Italy Amore Mio” di Ettore Pasciulli.
Ogni tanto si dirigono verso un microfono e pronunciano brandelli di discorsi. Poi la loro danza diventa più dinamica, prima iniziano degli assoli e poi le donne si incontrano intrecciando rigorosi passi a due, a volte più classici a volte molto più energici e aggressivi nei movimenti. Dal look più trasandato, i danzatori cominciano a indossare camice e pantaloni più eleganti, mentre le donne compaiono inguainate in calzamaglie anni Ottanta dai colori sgargianti.Un passo indietro ne tempo per ricordare dal modern dance. Si passa quindi alla forme del teatro danza, più espressive, meno estetiche e dunque legate all’interiorità, alla manifestazione di emozioni, sentimenti, ansie quotidiane. I ballerini interagiscono infine con oggetti scenici che cominciano a dividere lo spazio, si arrotolano dentro superfici di plexiglas e alla fine si sdraiano a terra mentre SimonLuca canta con tono struggente la celebre canzone folk statunitense “The house of the rising sun” del quale non si conosce il compositore. Il pubblico applaude con convinzione e ricorda.
Sal Shakesperare Teatro dell'Elfo 28 settembre 2013
Foto di Alessandra Galiani