I CAPITOLI DELL’INFANZIA
Capitolo 1: Antoniuccio si masturba.
“Antonuccio si masturba” è il primo dei due capitoli dell’infanzia, capitoli che vengono “cuntati” a settimane alterne al Piccolo Eliseo, ed è quello che ho visto, aspettando curioso di vedere anche l’altro.
Già in “Italia-Brasile 3 a 2” e “Maggio ’43” Enia aveva mostrato le sue doti di autore e cuntista,
conoscitore di quella segreta arte ch’ è l’incanto, ti cattura e viaggi.
Viaggi e senti i profumi, il calore, la polvere di Palermo, l’inquieta poesia dell’adolescenza,
il mistero affascinante e terribile del mare.
Tutto in poco più di un’ora, ma sembra di essersi seduti solo per un attimo, il tempo di un piccolo sogno.
La drammaturgia delle parole s’intreccia con quella dei gesti, tutti precisamente iscritti in una segreta partitura, che sposano una terza drammaturgia, la musica: cuntava col cunto e spesso il cuntista si fondeva col cuntato e la musica allora cuntava con atmosfere lievi, corse sfrenate, strazianti canti di lutto.
A volte il linguaggio diventava un po’ letterario e alcuni gesti ridondanti ed eccessivamente descrittivi a discapito della freschezza e concretezza narrativa, ma credo sia anche questione di gusto.
Davide Enia riconferma la qualità dei suoi spettacoli, allora aspetto Capitolo 2:
Piccoli gesti inutili che salvano la vita.
Luigi Orfeo
ROMA
PICCOLO ELISEO PATRONI GRIFFI
21/11/07
I CAPITOLI DELL’INFANZIA
Capitolo II: Piccoli gesti inutili che salvano la vita.
Molto interessante l’esperimento del racconto in due capitoli recitati a distanza.
Si vedono nel proseguo narrativo le vite di tutti i personaggi prendere sempre più corpo, le loro relazioni allargarsi, le loro storie intrecciarsi in una sorta di Antologia di Spoon River palermitana.
Il secondo capitolo, nel complesso sempre molto gradevole, risulta meno interessante del primo:
la fabula è meno immediata ed approda con difficoltà a quell’inconscio collettivo risvegliato spesso nel precedente cunto, alcune caratterizzazioni vocali troppo marcate stridevano con la consueta poesia della drammaturgia producendo una stonatura che, se nel primo capitolo suonava coerente con il mondo adolescenziale fatto di amori eterni e mine di gruppo, nel secondo risultava una forzatura.
La drammaturgia musicale, questa volta fatta di sonorità che si accostano ad un clima elettronico, era un vero frutto di ricerca coraggiosa e di virtuosismi musicali che interagivano a tuttotondo con la narrazione; un passaggio su tutti: il pezzo della “caponata di melanzane” è da vedere, solo così si può fare un’idea.
In sostanza sembrava un’appendice al capitolo I piuttosto che un capitolo a se, ma va premiata la formula che “costringendo” lo spettatore a tornare per il seguito lo immette in un’ atmosfera di compartecipazione con il restante pubblico già facendo la fila al botteghino: tutti sappiamo da quale storia veniamo, nessuno sa che storia ascolteremo
ROMA
PICCOLO ELISEO PATRONI GRIFFI
FINO A DOMENICA 2/12/07
Visto il
al
Eleonora Duse
di Genova
(GE)