Lirica
IL BARBIERE DI SIVIGLIA

Il Barbiere di Siviglia diventa un reality televisivo

Il barbiere di Siviglia
Il barbiere di Siviglia © Yasuko Kageyama

La pandemia Covid e le limitazioni imposte dalle autorità sanitarie hanno determinato una nuova sfida per molti teatri italiani: il Teatro dell’Opera di Roma, in collaborazione con la Rai, inaugura la stagione 2020/2021 con una geniale rivisitazione televisiva del capolavoro di Rossini trasmessa il 5 dicembre su Rai Tre.

Uno scooter percorre agile le strade di Roma trasportando due curiosi personaggi la cui fisionomia è celata dai caschi e dalle mascherine. Dalla giacca del guidatore fa capolino una cravatta bianca da frack, mentre il passeggero ostenta un catino da barbiere. Il viaggio si conclude sul piazzale del Teatro Costanzi dove i due si rivelano: Daniele Gatti, disinvolto biker, si toglie casco e giaccone ed è già pronto per il podio, mentre Andrzej Filonczyk si accinge ad indossare i panni di Figaro direttamente nel foyer mentre intona la sua cavatina. Il flashback raccorda l’ingresso del factotum con l’inizio del racconto che ha già visto in scena Fiorello, il Conte nei panni di Lindoro e Rosina.

Senza pubblico è difficile ricreare lo spirito originario della rappresentazione, allora il genio di Mario Martone trasforma tutto in un reality. La platea vuota diventa la piazza di Siviglia, i corridoi, le scale, gli anditi e i palchi diventano i vicoli della città, il palco reale è il balcone di Rosina, il palcoscenico la casa di Don Bartolo. L’intrico di corde bianche che attraversa il teatro e che simboleggia la condizione di Rosina, prigioniera del suo maturo tutore, al giungere del lieto fine viene distrutto dalle forbici liberatrici di tutto il cast.

Tutti in scena

Il personale del Teatro partecipa all'azione, i macchinisti, le sarte, gli assistenti di scena sono tutti coinvolti, sorprendentemente senza interferire con lo splendido fluire del discorso musicale. Il turbinio di inganni e di trovate è scandito con ritmo “rossiniano” dalle immagini della regia con un sapiente alternarsi delle numerose telecamere ed un calibrato uso dei primi piani. Appaiono anche filmati d’epoca con il foyer affollato di celebrità in smoking e lussuose toilettes, a ricordarci un passato in cui le cronache mondane oscuravano quelle musicali.

Daniele Gatti racconta con leggerezza e ironia, ricordiamo il ronzio dell’orchestra ne la calunnia, assecondato dall'orchestra di casa in splendida forma, e guida i cantanti che regalano una prestazione da ricordare. Il Figaro di Andrzej Filonczyk è intrigante e simpatico, puntuale e disinvolto, Rosina è una seducente Vasilisa Berzhanskaya, bella voce dalla sorprendente estensione nel registro basso, il giovane Ruzil Gatin nella parte del Conte d’Almaviva, ha buone doti attoriali, divertentissimo il suo soldato ubriaco, ma ci ha messo un po’ a scaldare la voce.


Ma le due vere attrazioni della recita sono state Don Bartolo e Don Basilio, rispettivamente Alessandro Corbelli ed Alex Esposito, che hanno rappresentato alla perfezione gli antagonisti. Grandi capacità attoriali, mimica facciale sorprendente e agilità da circo nell'affrontare gli acrobatici scioglilingua rossiniani. Bravissimo anche Roberto Lorenzi, ottimo Fiorello, che ci aveva fatto preoccupare all'inizio quando ha cominciato a cantare indossando la mascherina, Patrizia Biccirè è perfetta nella parte di Berta. Sempre puntuale il Coro diretto da Roberto Gabbiani.

Mancano gli applausi che sono parte insostituibile della rappresentazione, speriamo di tornare presto a spellarci le mani. L’esperimento è comunque riuscito e resterà nella storia come una lieta parentesi in questo momento complicato.

Per chi ha perso l’occasione e per chi vuole riviverla, segnaliamo che è prevista una ulteriore messa in onda su Rai 5 la notte di Capodanno.

Visto il 05-12-2020