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IL BERRETTO A SONAGLI

Gianfranco Jannuzzo, vibrante Ciampa nella più pirandelliana delle commedie

Il berretto a sonagli
Il berretto a sonagli

Buona accoglienza per il Berretto a sognagli di Pirandello: la commedia resta fedele al testo risaltando al massimo il personaggio di Ciampa, interpretato con grande maestria da Gianfranco Jannuzzo.

Buona accoglienza per Il Berretto a sognagli di Luigi Pirandello: la commedia diretta da Francesco Bellomo resta fedele al testo facendo risaltare al massimo il personaggio di Ciampa, interpretato con grande maestria da Gianfranco Jannuzzo.

All’apertura del sipario un unico ambiente la fa da padrone. È il salotto di casa Fiorica: un divano e alcune poltrone occupano lo spazio centrale, da un lato vi è uno scrittoio e dalla parte opposta un tavolino e alcune sedie a controbilanciare la scena. Alle spalle grandi finestre, diversi quadri e alcuni mobili. Una scenografia molto curata e credibile che, insieme al motivetto musicale tipicamente folkloristico, catapulta immediatamente gli spettatori nell’autentica Sicilia: è ll berretto a sonagli di Luigi Pirandello!

Una commedia lunga un secolo

Concepita originariamente come una commedia in due atti, Il berretto a sonagli nella prima versione del 1916 fu scritta da Pirandello in lingua siciliana con il titolo A birritta cu' i ciancianeddi. Nonostante alcuni contrasti con l’autore, a seguito delle prime rappresentazioni prevalsero alcune scelte del capocomico Angelo Musco: la commedia fu notevolmente accorciata, risaltò l’aspetto comico di alcuni dei personaggi e il focus della storia slittò dal ruolo principale di Beatrice Fiorica a quello dell’antagonista Ciampa. Proprio a partire da questa versione nel 1918 Pirandello ultimò la scrittura in italiano che esordì poi negli anni Venti. Il berretto a sonagli è anche un fulgido esempio della seconda fase della produzione di Pirandello, quel teatro umoristico e grottesco nel quale l’autore siciliano esprime il concetto di relativismo delle maschere.

“Niente ci vuole a far la pazza, creda a me! Gliel'insegno io come si fa. Basta che Lei si metta a gridare in faccia a tutti la verità. Nessuno ci crede, e tutti la prendono per pazza!”

Giù la maschera!

Beatrice Fiorica (Emanuela Muni) è una donna disperata: ha avuto conferma che il marito, il Cavaliere Fiorica, la tradisce con Nina Ciampa, la giovane moglie del suo storico e fidato contabile, ed è decisa a travolgere l’intero paese con vero scandalo. L’astuta Beatrice si imporrà sul fratello Fifì e sulla domestica Fana, poi con una scusa invierà il signor Ciampa (Gianfranco Jannuzzo) a Palermo così da aver mano libera per forzare il commissario Spanò (Rosario Petix) a procedere con la denuncia e a pianificare l’irruzione che coglierà in flagrante il Cavaliere con l’amante. Lo scandalo scoppia, ma quando Ciampa rivela la sua scioccante verità l’unica a pagare davvero sarà Beatrice, e tutti gli altri potranno salvare la loro maschera “girando la corda civile”.

Ciampa dalla mille sfumature, Spanò buona comicità

Gianfranco Jannuzzo è uno straordinario Ciampa: il personaggio entra in scena in maniera pacata e subordinata, ma dopo le prime battute vi è un crescendo che mostra decisione e orgoglio, nonostante il rispetto verso la padrona, infine diventa quasi minaccioso senza tuttavia esporsi grazie a un’intelligenza tagliente. È però nel finale che emerge in tutta la sua veemenza, difendendo la sua maschera e diventando quasi violento, rimanendo allo stesso tempo ossequioso.

Un personaggio con numerose sfaccettature che Jannuzzo interpreta in maniera credibile, rendendone la complessità con l’utilizzo di numerose sfumature della voce e del linguaggio del corpo. Molto buona anche l’interpretazione di Rosario Petix, capace di spezzare la drammaticità della commedia e di divertire il pubblico nei comici panni del commissario Spanò.

Visto il 12-10-2019
al Manzoni di Milano (MI)