Prosa
IL BERRETTO A SONAGLI

IL BERRETTO A SONAGLI

IL BERRETTO A SONAGLI
Ha debuttato il 20 ottobre al Teatro Nuovo di Milano (e resterà in cartellone fino al 1° novembre) l’ennesima versione di uno dei più famosi drammi di Luigi Pirandello (Agrigento 1867 - Roma 1936). Molto amato dal pubblico, “Il berretto a sonagli” lo è anche dai grandi attori che hanno sempre visto in Ciampa un personaggio dalle mille sottili sfaccettature con cui misurarsi al culmine della maturità artistica, fornendo spesso interpretazioni indimenticabili. Il testo pirandelliano nella sua linearità è fra quelli che più fanno riflettere e nell’apparente levità analizza con amarezza la società, condannando con durezza il ‘perbenismo delle apparenze’ che non condanna ‘il peccato’, ma chi lo denuncia. ‘Lo scandalo’ è il perno della parte pubblica del dramma: lo cerca la moglie - tradita secondo le voci del paese - il personaggio più moderno dell’ambiente in cui vive, ed è il motivo per cui la donna viene condannata dalla madre e dal fratello che si sentono messi all’indice per quanto avvenuto. Il perbenismo imperante infatti non ammette atteggiamenti e azioni che possano scalfirne la levigata superficie: qualsiasi scalfittura porterebbe al crollo del castello di apparenze a meno che chi la provoca non sia dichiaratamente ‘fuori’ dal contesto. Interessante nella sua marginalità la figura dell’anziana domestica - voce di una cultura semplice, legata agli insegnamenti della Chiesa - attraverso cui l’autore denuncia la connivenza dell’istituzione ecclesiale con la società delle apparenze. La figura di Ciampa emerge nettamente per la profonda e commovente umanità del suo dramma anche privato: uomo del popolo, ricco di saggezza, ha individuato i limiti della società e vi si è ricavato una nicchia in cui poter vivere e difendere il proprio amore per la moglie. Ha elaborato una sua filosofia (le due corde comportamentali che ognuno di noi ha) che altro non è se non la saggezza di agire in modo da non essere emarginato. È a Ciampa (uomo reale in un mondo di figurine) che Pirandello affida il suo grido di denuncia nell’amaro finale. Ottima e molto affiatata la compagnia in cui svetta l’interpretazione di Sebastiano Lo Monaco, un Ciampa più giovane di quanto siamo abituati a vedere, ma più rispondente al testo e consono al dramma personale di cui è vittima. L’attore ha reso ottimamente questo personaggio solo in apparenza grottesco, senza eccessi e senza quelle sbavature verso una facile comicità che purtroppo coinvolgono gli altri interpreti (salvo l’anziana domestica). Scorrevole la regia di Mauro Bolognini cui peraltro vanno addebitati alcuni passaggi alla ricerca di una troppo facile risata. Dramma attualissimo, ora e sempre perché sono mutate e muteranno alcune chiavi di lettura, ma una società caratterizzata dal ‘perbenismo dell’apparenza’ esiste ed esisterà specialmente in epoche in cui alcuni valori paiono essere messi in sordina e i falsi miti della ricchezza e del potere assurgono a valori. E allora per non divenire ‘soggetto di scandalo’ non resta che usare la ‘chiave civile’ del Ciampa o indossare il ‘berretto a sonagli’.
Visto il 20-10-2009
al Nuovo di Milano (MI)