"Gridare in faccia la verità vuol dire essere considerati pazzi".
Il berretto a sonagli di Pirandello ci insegna quanto l’arte della recitazione sia parte della vita quotidiana. Vivere una commedia dei primi del Novecento in un teatro entusiasta dello spettacolo e con attori professionisti, capaci di tenere il filo sottile della recitazione e del personaggio al tempo stesso trasforma l'esperienza teatrale in un'esperienza di vita.
Sebastiano Lo Monaco – noto attore di teatro, televisione e cinema - è il perfetto Ciampa che, con l'arte della parola, riesce a convincere i protagonisti e il pubblico di quanto ogni azione possa avere un'altra lettura a seconda dell'interpretazione che vogliamo dargli. Un dramma borghese riproposto in una versione che meno siciliana che dà all'opera pirandelliana un respiro più contemporaneo e universale.
Le scenografie di Keiko Shiraishi - la scenografa giapponese che da anni collabora con i più importanti teatri italiani - sono incisive, ma essenziali: il primo atto è un'immersione nella natura, prendendo ispirazione dall'arte nipponica dei paraventi; il secondo si arricchisce di arredi dei primi del Novecento con richiami al Bauhaus.
Il pubblico applaude ripetutamente, perché comprende e apprezza il lavoro della compagnia, che, guidata dalla regia di Lo Monaco, esprime il proprio talento con naturalezza e fa emergere con linguaggi diversi la tensione del dramma e la personalità degli attori più giovani, tra cui Claudio Mazzenga (Fifi) e Maria Rosaria Carli (Beatrice).